19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Un colpo tremendo per l'export italiano

La «Guerra fredda» con la Russia? Ci costa 5 miliardi in 3 anni

La 'guerra fredda' con la Russia ha causato all'export italiano perdite a 9 zeri: - 5 miliardi di euro in tre anni. Perdite che hanno colpito molti settori, dall'agroalimentare alla siderurgia

Il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente russo Vladimir Putin. Foto: Shutterstock

ROMA - 5 miliardi in tre anni. E' questo il costoso prezzo delle sanzioni che l'Occidente ha promulgato nei confronti della Russia a seguito della crisi ucraina sull'export italiano. Sono dati presentati da Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell'associazione Conoscere Eurasia, nel corso del seminario Italia-Russia, l’arte dell’innovazione, organizzato a Genova. Dati che fotografano drammaticamente quanto la «guerra fredda» con Mosca abbia avuto conseguenze negative per l'economia del Belpaese. 

Perdite ricchissime
Nel 2016, se i dati saranno confermati, il valore dell’export italiano verso la Russia sarà di 6,1 miliardi di euro, evidenziando una perdita di 5 miliardi. Un vero e proprio shock per molte aziende del nostro Paese, che vedevano in Mosca un mercato curioso e ricettivo. Fallico ha aggiunto che, nell’ultimo trimestre 2016, «il Pil ha registrato un segno positivo, anche se modesto, e nel 2017 si prevede che la Russia crescerà dell’1,5%. Ma siamo lontani dal 2013, quando si registrò il record di oltre 30 miliardi di euro nell’interscambio italo-russo, con le nostre esportazioni quasi a 11 miliardi».

I settori più colpiti
Alcuni settori colpiti dalle contro-sanzioni russe hanno visto crolli precipitosi: si pensi all'industria lattiero-casearia, che ha raggiunto il - 96% negli ultimi tre anni, o l'industria della carne lavorata, al -78%. Ma le perdite non riguardano solo il settore agroalimentare: le vendite in Russia di macchine utensili made in Italy hanno perso oltre il 50%, la siderurgia il 74%, i materiali da costruzione il 54%. 

Prima la crescita, poi il crollo
Secondo un’elaborazione di Intesa Sanpaolo su dati Istat per quanto riguarda Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, l'export italiano in Russia tra il 2000 e il 2013, gli anni immediatamente precedenti la crisi, era aumentato di 8,3 miliardi tra il 2000 e il 2013 (da 2,5 miliardi di euro a 10,8 miliardi), offrendo un contributo significativo alla crescita dell'export italiano. Dal biennio 2014-15, quindi, il crollo è stato significativo: 3,7 miliardi. Nel 2016, il segno meno rimane: - 5,3%.

Liguria in controtendenza
La Liguria rimane però una regione in controtendenza rispetto alle altre, visto che, secondo le elaborazioni di Conoscere Eurasia su base Istat, nei primi tre trimestri di quest’anno l’export ligure verso la Russia ha registrato un balzo positivo del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, con un valore di quasi 63,5 milioni di euro. Un raro spiraglio di luce in un quadro dove, come si vede, le ombre prevalgono. Le cifre non mentono, e parlano di perdite miliardarie. In un periodo in cui, per di più, non si può dire che la situazione economica del Belpaese sia rosea.