La nuova strategia Usa: nuove sanzioni per colpire oligarchi e manager vicini a Putin
Il Cremlino fa sapere che le imprese più colpite verranno sostenute, ma intanto i titoli delle società vicine a Putin e la moneta crollano
MOSCA - Il Cremlino fa sapere che le imprese più colpite verranno "sostenute", ma intanto i titoli delle società collegate ai nomi che figurano nella nuova blacklist del ministero Usa delle Finanze crollano e crolla anche il rublo, scambiato a oltre 60 dollari oggi, cosa che non accadeva da novembre 2017. Le sanzioni annunciate venerdì scorso da Washington colpiscono businessmen e vertici di grandi società molto vicine a Vladimir Putin: sono state motivate dalla necessità di punire Mosca per una serie di "attività maligne", compresa l'ingerenza nella campagna per le presidenziali del 2016 e l'effetto pare devastante. Il Cremlino ha definito "scandalose" le nuove sanzioni americane. "E' una nuova storia, certamente, è piuttosto scandalosa dal punto di vista della legalità e delle violazioni, diciamo, di norme e di tutto il resto, per questo qui serve una accurata analisi", ha dichiarato il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov.
I casi En+ e Rusal
En+ e Rusal, controllate dal magnate Oleg Deripaska, hanno accusato particolarmente il colpo. En+, holding in cui sono raccolte una serie di compagnie che fanno capo a Deripaska, stamattina in apertura perdeva quasi il 19 % a Mosca e quasi il 10% sul London Stock Exchange. Ancora peggio è andata a Rusal, colosso mondiale dell'alluminio, che oggi ha fatto un capitombolo del 50% sulla borsa di Hong Kong, lasciando sul terreno in termini di capitalizzazione l'equivalente di 3,5 miliardi di euro. Rusal, che produce circa il 7% dell'alluminio a livello mondiale, è quotata anche a Mosca, dove a metà sessione perdeva un 23%. La società ha detto di temere un default tecnico come conseguenza dei crolli in borsa. Derispaska è accusato da Washington di operare come 'agente' del governo russo, così come simili accuse motivano le sanzioni contro il numero uno del colosso del gas Gazprom, Aleksey Miller.
"Agenti del governo russo"?
Secondo indiscrezioni di stampa, i crolli odierni dei titoli sono stati causati da una 'clausola' riservata prevista dal dipartimento Usa delle Finanze, ovvero l'ordine agli investitori americani e occidentali di vendere i titoli relativi ai gruppi nel mirino delle sanzioni entro un mese: da qui la corsa alla vendita. Altre figure di spicco (e quindi relative imprese) finite sotto sanzioni sono Viktor Vekselberg e il suo Renova Group, l'oligarca Suleyman Kerimov che ha costruito un impero con il cloruro di potassio e Kirill Shamalov, che ha fatto fortuna dopo aver sposato la figlia di Putin.
- 20/07/2018 Superare le sanzioni e aprire al dialogo con la Russia: tutti i vantaggi di un percorso di pace che il mondo chiede
- 06/07/2018 Sanzioni alla Russia per altri sei mesi: la notizia dopo il report Merkel-Macron (e le presunte prove sul Russiagate)
- 16/04/2018 Ucraina, inviato speciale di Trump: «Italia non tolga sanzioni a Russia, o conseguenze»
- 02/02/2018 Meloni: «Il mio governo abolirà le sanzioni contro la Russia»