19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Crisi Alitalia

Alitalia, il governo Gentiloni cerca di mediare tra le parti ma c'è da «preoccuparsi»

Durante l'incontro di stamattina al ministero dello Sviluppo economico, il governo avrebbe chiesto ai vertici dell'azienda di fare un passo indietro, ma il ministro Delrio e i sindacati sono «preoccupati»

Alitalia.
Alitalia. Foto: Shutterstock

ROMA – Si è concluso l'incontro tra i vertici di Alitalia e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Il faccia a faccia è avvenuto dopo la riunione di ieri sera fra il governo e i sindacati, durante la quale l'esecutivo si è impegnato mediare tra le parti sulla questione del contratto di lavoro. Questa mattina, all'incontro che si è svolto presso il ministero dello Sviluppo economico, erano presenti anche la viceministra Teresa Bellanova e l’amministratore delegato di Alitalia Cramer Ball.

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La richiesta del governo ad Alitalia
Secondo quanto si apprende da alcune indiscrezioni stampa dal Governo sarebbe stata avanzata all'ex compagnia di bandiera la richiesta di ritirare la decisione unilaterale di applicare dal primo marzo, al posto del contratto collettivo di lavoro, un Regolamento aziendale. Ma non siamo a conoscenza della risposta dell'azienda. Nel frattempo, aumentano le preoccupazione sul destino del vettore, soprattutto dopo il difficile incontro di ieri sera tra il governo e i sindacati. Per l'Esecutivo erano presenti il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il viceministro Teresa Bellanova.

Delrio e i sindacati sono «preoccupati»
Arrivando al ministero, il segretario generale della Filt-Cgil, Nino Cortorillo, si è detto molto preoccupato sul futuro dell'Alitalia, riprendendo le parole già pronunciate dal ministro Delrio. «Anche noi siamo molto preoccupati - ha detto Cortorillo -, perché solo un folle non potrebbe esserlo con questi conti economici. Noi siamo ulteriormente preoccupati perché, senza un piano industriale, questi azionisti hanno deciso che la compagnia debba schiantarsi».E del piano industriale, in effetti, non c'è ancora traccia.

Confermato lo sciopero del 23 febbraio
«Anche sul contratto - ha aggiunto il segretario della Filt-Cgil - siamo ai limiti della provocazione, con la compagnia che ha deciso unilateralmente che dal primo marzo non applicherà più il contratto ma un regolamento. Immaginare che in questa situazione si possa aprire una discussione è pura follia».Per questo è stato escluso ogni margine per il rinvio dello sciopero del 23 febbraio prossimo. Subito dopo l'incontro con i sindacati, quindi, il governo a convocato questa mattina i vertici della compagnia aerea presso il ministero dello Sviluppo economico allo scopo di indurla a fare un passo indietro almeno sul Regolamento aziendale. Mentre secondo alcuni rumors il piano industriale dovrebbe arrivare entro la prima settimana di marzo.