Industria e crescita, Istat: la produzione industriale rallenta. Peggior dato dal 2015
Secondo i dati della Nota mensile dell'Istat, prosegue la flessione della produzione industriale italiana. E' la contrazione maggiore degli ultimi 17 mesi e il secondo calo consecutivo su base mensile. Si profila il rischio della crescita zero nel II trimestre
ROMA – La produzione industriale italiana è in calo. L'Istat ha registrato un nuovo peggioramento nel mese di giugno, dopo quello già riscontrato nel mese precedente. Il calo è pari allo 0,4% su base mensile e allo 0,1% su base annua. Ed è il dato peggiore dal 2015.
Prosegue la flessione della produzione industriale italiana
Seconda contrazione consecutiva, registrata su base mensile, per la produzione industriale italiana. In base ai dati appena pubblicati nella Nota mensile dell'Istat, a giugno si è verificata una contrazione pari a -0,4% su base mensile destagionalizzata. Continua quindi la flessione dell'attività delle industrie nazionali, dopo che il dato di maggio aveva già registrato -0,6%.
I dati della Nota mensile dell'Istat
La media del trimestre aprile-giugno 2016 riscontra una flessione dello 0,4% nei confronti del trimestre precedente. Mentre rispetto all'anno scorso, l'indice - corretto per gli effetti di calendario - è diminuito in termini tendenziali dell'1%. Si tratta della maggiore flessione degli ultimi 17 mesi. Per trovare un dato peggiore bisogna tornare a gennaio 2015 (-2,1%). Ma il dato su base annuale ha una rilevanza soprattutto statistica.
E' la contrazione maggiore degli ultimi 17 mesi
Infatti, gli economisti preferiscono guardare al dato mensile (-0,4% a giugno), oltre che alle medie mobili più ravvicinate nel tempo, per formulare le previsioni sul contributo dell'industria alla crescita del Pil. In tal senso, nella media dei primi sei mesi dell'anno, la produzione è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Riguardo ai dati trimestrali, vale la pena sottolineare che il problema della contrazione dell'attività industriale non è solo italiano.
Tutta l'Eurozona rallenta i livelli di attività
L'Istat infatti comunica che, nel contesto attuale caratterizzato dal proseguimento della flessione del commercio internazionale e della crescita dell'economia statunitense, nel secondo trimestre tutta l'Eurozona ha registrato un rallentamento dei ritmi produttivi. Anche in Italia le imprese manifatturiere hanno ridotto livelli di attività, ma secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica l'occupazione ha continuato ad espandersi e le tendenze deflazionistiche si sono attenuate.
E' il secondo calo consecutivo
Il dato mensile sulla produzione industriale ha comunque deluso ampiamente le aspettative degli economisti, che si attendevano un aumento di +0,3% a fronte di una riduzione dello 0,4%. Anche per questa ragione, crescono ora le ombre sul Pil del secondo trimestre, la cui la stima preliminare sarà pubblicata dall'Istat venerdì 12 agosto. «Quello di giugno è il secondo calo consecutivo e la contrazione industriale è stata maggiore di quanto attesa anche su base trimestrale», sottolinea Loredana Federico, Lead economist Italy di Unicredit.
Il rischio della crescita zero nel II trimestre
«Il dato di giugno fornisce una lettura di debolezza in tutti i settori. I nostri indicatori anticipatori segnano crescita zero nel secondo trimestre», aggiunge l'economista. Conseguentemente sarà necessario tagliare la stima congiunturale del Pil da +0,2% a +0,1%. Le prospettive non sono delle migliori e si stanno distaccando dai dati anticipati nel Def 2016 del governo Renzi. «Ritemiamo probabile che la crescita economica rallenterà nel secondo semestre, entrando in frazionale territorio negativo nell'ultimo trimestre di quest'anno. Dunque rivediamo al ribasso la crescita dell'Italia per l'intero 2016 da +0,8% a +0,7%», scrive Fabio Fois, economista di Barclays.
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