19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
in italia è pari allo 0,3%

Crisi economica, aumentano i Consumi Gdo in Europa ma l'inflazione è ai minimi da oltre 5 anni

Lo studio condotto dal Growth Reporter di Nielsen rileva la presenza di deflazione in 6 Stati europei

ROMA - Consumi in crescita ma prezzi sempre più a rilento nell'area euro: nel quarto trimestre sono cresciuti dell'1,3 per cento, e secondo il rapporto periodico di Nielsen sul settore della grande distribuzione si tratta del tasso di crescita più debole dal terzo trimestre del 2010. In Italia poi la crescita dei prezzi è stata ancora più debole, lo 0,3 per cento mentre le vendite dei beni di largo consumo hanno segnato un incremento dell'1,1 per cento, per un a crescita nominare complessiva del commercio della Gdo pari all'1,4 per cento (volumi più prezzi).

I prezzi sono cresciuti solo dell'1,3%
Nel quarto trimestre 2015 i volumi di vendita dei beni di largo consumo (Fast Moving Consumer Goods) su scala europea sono aumentati dello 0,8% anno su anno, mentre i prezzi sono cresciuti solo dell'1,3%, il dato più basso registrato a partire dal terzo trimestre 2010 (+1,1%). Di conseguenza i distributori hanno assistito a un incremento degli incassi pari al 2,1% (incremento dei volumi + incremento dei prezzi).

I dati del Growth Reporter di Nielsen
I dati emergono dal Growth Reporter di Nielsen, che misura l'andamento delle vendite nella Gdo in 21 Paesi europei. Fra i cinque maggiori mercati nell'Europa occidentale, la Spagna (+2,7%) ha fatto registrare il tasso di crescita nominale piu elevato, prima di Germania e Francia (entrambe +1,5%). Solamente quattro dei Paesi europei hanno visto un declino nella crescita nominale: Svizzera (-2,3%), Finlandia (-1,1%), UK (-0,5%) e Slovacchia (-0,2%).

Domanda debole e in fase di assestamento
Sull'Italia in particolare, secondo Romolo de Camillis, retail director di Nielsen, l'ultimo trimestre è positivo (+1,4% rispetto allo stesso periodo del 2014) ma in frenata rispetto al trimestre precedente, che grazie ad Expo e fattori stagionali aveva fatto registrare il dato piu positivo dell'anno (+2,0%) a livello tendenziale. Su base annuale si conferma dunque l'inversione del trend che ha caratterizzato gli anni della crisi, ma i segnali dell'ultimo trimestre 2015 (e quelli delle prime settimane del 2016) ci indicano che permane uno scenario di domanda debole e in fase di assestamento. Secondo De Camillis si rende percio indispensabile sostenere la domanda per consolidare l'uscita definitiva dalla crisi.

La crescita più elevata in Turchia e Ungheria
Tornando al quadro europeo, i volumi delle vendite dei prodotti della grande distribuzione risultano essere in crescita poiché i consumatori si avvantaggiano del piu basso tasso di incremento storicamente registrato dai prezzi. Nello stesso tempo, per il settimo trimestre consecutivo, la quantità venduta di articoli alimentari, bevande e prodotti per la persona. In Europa le diminuzioni piu brusche dei prezzi sono state osservate in Svizzera (-1,6% anno su anno) e Portogallo (-1,3%). E anche in altri quattro Paesi, Finlandia, Irlanda, Germania e Repubblica Ceca, si è verificato il fenomeno della deflazione. All'altro estremo della classifica, la crescita piu elevata è stata registrata in Turchia (+9,2%) e Ungheria (+3,1%).

Calano i costi di produzione e i consumatori scelgono il risparmio
L'andamento dei prezzi dipende da una combinazione di fattori, ha dichiarato Jean-Jacques Vandenheede, retail director di Nielsen Europa. I costi di produzione sono in calo in conseguenza del basso livello del prezzo del petrolio e, nello stesso tempo, le aziende distributrici stanno mettendo in cantiere attività promozionali considerevoli per contrastare l'accresciuta popolarità delle catene discount. Inoltre, quasi tre consumatori su dieci in Europa si stanno orientando verso marche piu convenienti avendo come obiettivo il risparmio. Nel complesso, la Turchia ha proseguito la strada già imboccata da tempo facendo rilevare di gran lunga la piu elevata crescita nominale anno su anno (+9,5%), seguita da Ungheria (+5,5%), Svezia (+4,9%) e Grecia (+4,8%).

(Fonte Askanews)