18 gennaio 2025
Aggiornato 05:30
Sparisce la consultazione pubblica?

Deposito scorie nucleari al Nord, il governo ha deciso

«A breve l'esecutivo rivelerà l'esatta localizzazione - ha detto la sottosegretaria allo Sviluppo economico Simona Vicari - posso dire che a Settentrione alcune località più di altre si stanno attrezzando per accoglierlo»

ROMA - In attesa che venga pubblicata la Carta nazionale dei siti potenzialmente idonei (Cnapi) ad accogliere il deposito delle scorie nucleari italiane, in ritardo di mesi, secondo la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Simona Vicari, la discarica radioattiva sorgerà al Nord. 

DEPOSITO PROBABILMENTE AL NORD - «A breve il governo rivelerà l'esatta localizzazione del deposito unico nazionale - ha detto Vicari - posso dire che al Nord alcune località più di altre si stanno attrezzando per accoglierlo. Al di la' della sindrome nimby (acronimo che indica il rifiuto di ospitare scorie nucleari nella propria regione, ndr), non dimentichiamo che il deposito nazionale è una grande opportunià di sviluppo che comporta anche vantaggi economici per la località che lo ospiterà». In effetti sono previsti contributi al comune che ospiterà il deposito per 150 milioni di euro l'anno per l'occupazione del suolo, circa 150 ettari, di cui 20 destinati effettivamente allo stoccaggio del materiale radioattivo mentre sugli altri 130 sorgerà il parco tecnologico, le strutture di servizio e le zone di rispetto.

SPARISCE LA CONSULTAZIONE PUBBLICA? - Le parole della sottosegretaria («il governo rivelerà l'esatta localizzazione del deposito») mettono in forse la fase di consultazione della durata di quattro mesi, alla quale dovrebbero partecipare le regioni e gli enti locali interessati, i rappresentanti dei cittadini e la comunità scientifica. Per ottobre sarebbe previsto il seminario nazionale indetto da Sogin sull'argomento dopo il quale sarà redatta la Carta delle aree idonee (Cnai), che comprenderà quelle realtà locali che avranno proposto la propria candidatura ad accogliere il deposito. Fra queste il ministero dello Sviluppo individuerà quella più adatta, di concerto con il dicastero dell'Ambiente e dell'Ispra. Solo nel caso in cui non si dovesse registrare il necessario consenso su un particolare sito verrà istituito un comitato interministeriale che sarà chiamato a individuare la zona idonea.

LE TRE REGIONI ESCLUSE - Nel frattempo è emerso che dalla Cnapi sarebbero state escluse tre regioni a rischio sismico: Marche, Umbria e praticamente l'intera Emilia Romagna, come riferito da Alessandro Bratti, presidente della commissione di inchiesta sui rifiuti. Il deputato del Pd ha aggiunto che nel caso venissero rispettati i criteri dell'Ispra dalla Cnapi dovrebbe rimanere escluso il 70 per cento del territorio nazionale. Nei mesi scorsi però le Marche erano state indicate come una delle regioni «in pole position» per accogliere il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, assieme a Puglia, Lazio, Toscana, Veneto e Basilicata.