16 luglio 2025
Aggiornato 04:00
Gli ambientalisti contro il progetto di Tor di Valle

Stadio Roma, Legambiente Lazio: Speculazione, non rigenerazione

Roberto Sacchi, presidente di Legambiente Lazio, in relazione all'avvio dei lavori dell'Osservatorio sullo Stadio della Roma a Tor di Valle ha ribadito la contrarietà sulla speculazione edilizia

ROMA - «In occasione della presentazione odierna sullo stadio di Tor di Valle, ribadiamo la nostra contrarietà su una speculazione edilizia di un milione di metri cubi che aumenterebbe il rischio idrogeologico e farebbe definitivamente a pezzi la Roma-Lido e la Metro B. Non siamo contro lo stadio ma contro questa visione di sviluppo della città che si basa su nuovo cubature e interessi privati, vecchio modo di fare politica lontano anni luce dal nuovo che il sindaco Marino vuole rappresentare». E' quanto afferma Roberto Sacchi, presidente di Legambiente Lazio, in relazione all'avvio dei lavori dell'Osservatorio sullo Stadio della Roma a Tor di Valle nell'ambito del quale è stato illustrato il progetto del Parco fluviale di Tor di Valle.

Trasformazione urbana?
«Se si vuole realizzare un parco lo si faccia pure, la capitale ne ha tanto bisogno, ma non sia utilizzato per certificare la presunta bontà di una colata di cemento di tali dimensioni - prosegue Sacchi -. Ci chiediamo d'altronde come si può definire 'trasformazione urbana' un milione di metri cubi di cemento dove ce ne sono zero, questo è un termine da adottare se un giorno si riqualificassero aree che sono vere ferite profonde per la città come quella ex-industriale di Via Tiburtina o quella mai terminata di Tor Vergata, non certo per una speculazione edilizia che appesantisce quasi del 5% le previsioni di piano».

L'incoerenza urbanistica delle scelte in atto
Per il presidente di Legambiente Lazio, «del piano regolatore di Roma nel frattempo non c'è in attuazione nessuna delle edificabilità previste, cioè come al solito si fanno le regole e si comincia dal non rispettarle». «E pensare che intanto le grandi aziende scappano dai progetti del PRG certificando la contraddittorietà delle attuali scelte urbanistiche», aggiunge Sacchi. Ricorda in proposito Legambiente che «una grande azienda come Telecom, avrebbe dovuto realizzare i suoi nuovi uffici nel quartiere di Acilia-Madonnetta la cui costruzione è prevista dal piano a meno di due chilometri da Tor di Valle, per 1,1 milioni di metri cubi totali, ora Telecom vira sulle torri abbandonate dell'Eur e il centro direzionale che sorgerebbe intorno allo stadio capterebbe altri interessi svuotando di senso quanto previsto dal piano come la centralità di Acilia-Madonnetta, il tutto a dimostrazione dell'incoerenza urbanistica delle scelte in atto».

La questione trasporti
Anche sul piano dei trasporti e del rischio idrogeologico gli attivisti di Legambiente sono categorici: «la colata di cemento e il parcheggio più grande d'Europa intorno, non faranno altro che aumentare drammaticamente i rischi idrogeologici a pochi metri da Tevere e Rio Vallerano come diciamo da un anno e mezzo, nel frattempo nessuno ci ha spiegato perché non è così». «Sui trasporti - conclude Scacchi - abbiamo chiesto a luglio 2014 che si parlasse di prolungamento della Metro B fin dentro lo stadio, come in tutti i grandi stadi d'Europa, con previsione di possibili prolungamenti futuri fino ai quartieri Corviale-Portuense non certo ben collegati agli altri quadranti cittadini. Viene invece proposto il potenziamento della Metro B e Roma-Lido che sarebbero assolutamente insufficienti per lo stadio e il nuovo quartiere, saturando all'istante la capacità di trasporto già oltre i limiti, con aumento dei disagi per gli utenti delle tratte, già costretti ad indecenti condizioni di viaggio e che solo pochi giorni fa si sono addirittura incamminati a piedi sui binari per l'ennesimo guasto».

(con fonte Askanews)