27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
I dati Istat sui tempi di attesa sono preoccupanti

Contratti, Uil: «Prima i rinnovi e poi le nuove regole»

La Uil è contraria all'ipotesi, caldeggiata dalle imprese, di rinnovare i contratti solo dopo la riforma del modello contrattuale

ROMA (askanews) - La Uil è «preoccupata» per i tempi di attesa per i rinnovi dei contratti, che stando ai dati Istat si sono allungati; sollecita in «tempi brevi» accordi nell'industria privata e nei settori pubblici, bocciando qualsiasi spinta a una moratoria per gli aumenti salariali; propone l'apertura di un tavolo di confronto con Confindustria per «definire un nuovo modello contrattuale» che ribadisca la centralità del contratto nazionale, ma che lasci al secondo livello altri temi. Lo ha affermato il segretario confederale della Uil, Tiziana Bocchi, commentando le rilevazioni Istat sulle retribuzioni.

Uil: Bisogna aprire un confronto col governo
«Quello sui tempi di attesa per i rinnovi è un dato preoccupante - ha detto Bocchi - da settembre partiranno tavoli per aprire una stagione di rinnovi contrattuali, dagli alimentaristi ai chimici e ai metalmeccanici. Nel 2016 ci sono altri contratti in scadenza. Poi c'è il pubblico impiego che deve riprendere un percorso virtuoso ridando spazio alla contrattazione impedita con la riforma Brunetta. Bisogna aprire rapidamente il confronto per il rinnovo dei contratti pubblici».

Prima i contratti, poi la riforma del modello contrattuale
La Uil è comunque contraria all'ipotesi, caldeggiata dalle imprese, di rinnovare i contratti solo dopo la riforma del modello contrattuale. «Bisogna fare i contratti nell'industria e nel settore pubblico - ha aggiunto Bocchi - un minuto dopo dobbiamo chiuderci in una stanza, magari buttando la chiave, per ridiscutere le nuove regole dei contratti. A oggi l'unica proposta di Confindustria è stato il tentativo di far slittare le piattaforme per i rinnovi. Noi siamo contrari e diciamo no a una moratoria. E' inaccettabile. Invece, bisogna rinnovare i contratti in tempi brevi e poi mettere in campo una proposta per un nuovo modello».