19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Dopo il taglio dei tassi della Cina

Wall Street tira un sospiro di sollievo

Ma gli analisti si chiedono se la mossa della People's Bank of China basterà a rasserenare gli animi nel lungo termine

NEW YORK (askanews) - Forse è arrivata tardi e non è sufficiente per garantire un sostegno duraturo. Ma la decisione della banca centrale cinese di tagliare i tassi di interesse per la quinta volta in nove mesi per il momento basta a risollevare i listini americani, che però corrono meno di quanto fatto dalle piazze europee. I mercati asiatici invece non hanno fatto in tempo a brindare alla mossa, con lo Shanghai Composite che ha archiviato un altro tonfo (-7,6% dopo il -8,5% di ieri) e il Nikkei 225 a Tokyo che è scivolato sui minimi di sei mesi cedendo il 4%.

Financial Times: L'angolo è stato svoltato
«Con i mercati che già questa mattina si stavano stabilizzando in vista della mossa cinese, crediamo che l'angolo sia stato svoltato e che un forte rimbalzo sia probabile», ha detto James Barty, strategist per l'azionario europeo di BofA-Merrill Lynch. «Dovremmo però riconoscere che il sell-off ha fatto danni seri ai mercati e ogni ripresa richiederà tempo e sarà volatile", continua l'esperto citato dal Financial Times. D'altra parte è stata la stessa banca centrale cinese a mettere le mani avanti: «la crescita economica in Cina sta ancora affrontando pressioni al ribasso e il compito di stabilizzare la crescita, aggiustare le istituzioni, portare avanti le riforme e dare benefici alle persone prevenendo rischi è ancora estremamente arduo». L'istituto però preannuncia che «c'è ulteriore bisogno di più flessibilità nell'utilizzo degli strumenti di politica monetaria e nella creazione di un contesto di politica monetaria che porti ancor di più alla ristrutturazione economica e a uno sviluppo salutare e senza intoppi».

La scelta della People's Bank of China ha risollevato Europa e Stati Uniti
Certo è che le decisioni odierne della People's Bank of China hanno ridato sollievo. Il taglio del costo del denaro è stato dello 0,25% al 4,6%. Sono state ridotte dello 0,5% le riserve imposte alle banche. Inoltre, l'istituzione ha detto alle banche che sono libere di offrire quanto vogliono a chi decide di parcheggiare denaro per un anno nelle banche stesse. Mentre l'azionario Eu e Usa si è rafforzato, le valute degli emergenti sono rimbalzate e il dollaro ha recuperato terreno così come i prezzi delle materie prime industriali. E il petrolio è rimbalzato del 2,8% a 39,31 dollari al barile. La volatilità, così come misurata dal CBOE Volatility Index, si è sgonfiata di oltre il 26% a 29,9 punti dopo avere superato quota 50 ieri nel durante per la prima volta dal 2009.

Le ipotesi sulla politica monetaria della Fed
Forse gli investitori scommettono che alla luce delle recenti tensioni sui mercati la Federal Reserve posticiperà il primo rialzo dei tassi del 2006. Ne è convinta Morgan Stanley, secondo cui la stretta ci sarà a dicembre. JP Morgan è convinta che la probabilità maggiore sia invece per il mese prossimo. Anche Citi ribadisce i suoi calcoli dicendo che l'inizio della normalizzazione ci sarà il 16-17 settembre. Intanto c'è chi addirittura ipotizza il lancio di nuovi stimoli monetari. Ne è convinto Ray Dalio, il più grande hedge fund manager al mondo a capo di Bridgewater. Arrivato a guadagnare fino a 392 punti, il Dow Jones ne aggiunge 308, l'1,94%, a quota 16.179,71. L'S&P 500 guadagna 33,96 punti, l'1,79% a 1.927,17 flirtando con la soglia con cui si riporterebbe in correzione. Il Nasdaq segna un +116,3 punti, il 2,55%, a quota 4.641.