22 settembre 2023
Aggiornato 07:30
Oil&gas

L'Iran rassicura l'ENI

«Abbiamo messo a punto nuovi modelli contrattuali molto più attraenti per le major petrolifere che verranno presentati a Londra a dicembre» ha dichiarato il ministro del Petrolio Bijan Zanganeh, al termine del suo incontro di oggi con i ministri Paolo Gentiloni e Federica Guidi, e con l'ad del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi

TEHERAN – L'Iran rassicura: caduto il principale ostacolo per il ritorno dell'Eni in Iran. «Abbiamo messo a punto nuovi modelli contrattuali molto più attraenti per le major petrolifere che verranno presentati a Londra a dicembre» ha dichiarato il ministro del Petrolio Bijan Zanganeh, al termine del suo incontro di oggi con i ministri Paolo Gentiloni e Federica Guidi, e con l'amministratore delegato del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi. Prima del faccia a faccia Guidi aveva spiegato che la modifica delle condizioni contrattuali era un punto fondamentale perché il gruppo petrolifero italiano tornasse a fare business nel Paese.

IL NODO DEI CONTRATTI - Il concetto è stato ribadito dallo stesso ad di Eni: «Il passaggio cruciale» affinché si torni a investire in Iran «sarà la tipologia contrattualistica, ovvero come saranno i contratti». Descalzi ha aggiunto: «Loro ci stanno lavorando, sicuramente li guarderemo anche insieme per dare il nostro punto di vista». Il manager ha insistito: «Un punto fondamentale, non mettendo in discussione le capacità in termini di gas e petrolio del Paese, è la tipologia contrattuale e queste saranno le discussioni future». Quanto ai modelli di riferimento, l'ad di Eni ha commentato: «noi facciamo riferimento ai modelli che usiamo, il Psc (Production sharing contract) e il Concession Agreement, loro fanno riferimento a modelli vicini al Service Agreement. L'importante e trovare un compromesso che sia win-win, che non faccia perdere nessuno e che faccia guadagnare entrambe le parti». Il numero uno del Cane a sei zampe ha auspicato che prima della presentazione ufficiale dei modelli, il gruppo possa «dargli un'occhiata».

ENI UNICA SOCIETA' RIMASTA IN IRAN - Quanto alla concorrenza straniera l'Italia non ha nulla da temere: «Non ho timori, la concorrenza per me e' quella di riuscire a trovare contratti corretti -ha detto Descalzi - .Siamo stati l'unica società che e' rimasta e che ha sviluppato un campo durante l'embargo e le sanzioni. Credo che questo sia un fatto fondamentale. L'Iran è un Paese molto grande, con grandissime potenzialità e credo che ci sia posto per chiunque voglia lavorare in modo serio. Ci sono tante cose da condividere».

IL GAS VERSO L'ITALIA NON CONVIENE - Desclazi ha poi affrontato il tema dell'esportazione di gas iraniano verso l'Italia, spiegando che tutto dipenderà dai costi di trasporto: «L'Iran è molto lontano. I prezzi del gas europeo ora sono molto bassi, quindi penso che come per gli americani (che vogliono inondare l'Ue con il Gnl, ndr) così per gli iraniani mandare gas in Italia (magari attraverso i gasdotti Tanap e Tap, ndr) sia (una possibilità) al limite. A questi prezzi si è al limite». L'ad ha poi evidenziato che «gli iraniani hanno un mercato molto più vicino al loro, che e' quello del Pacifico, ma anche quello saudita, degli emirati, indiano, cinese. Questa è una mia opinione».

RISOLTA QUESTIONE CREDITI DARQUAIN - Infine il manager ha annunciato: «Sul capitolo Darquain l'accordo» con l'Iran «è stato trovato». L'Eni vanta crediti per 800 milioni di euro con il Paese. «Sui crediti legati ai giacimenti in Iran l'accordo è stato trovato. Sto parlando di Darquain. Adesso è una questione di tempi, spero che i tempi siano rapidi, ma sono molto fiducioso», ha sottolineato Descalzi.