19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
In pericolo 27mila posti di lavoro

Anev: «Si rischia di mettere la parola fine all'eolico italiano»

La bozza del decreto sulle rinnovabili «risulta essere contraddittoria e lesiva degli interessi del Paese anche rispetto agli obiettivi assunti al 2020 e quelli in fase di definizione al 2030». Lo ha scritto in una lettera aperta al premier Matteo Renzi, il presidente dell'Associazione nazionale energia del vento, Simone Togni

ROMA – La bozza dell'atteso decreto sugli incentivi alle rinnovabili «già in forte ritardo rispetto alla data prevista del 31.12.2014 per l'emanazione, risulta essere contraddittoria e lesiva degli interessi del Paese anche rispetto agli obiettivi assunti al 2020 e quelli in fase di definizione al 2030». Lo ha scritto in una lettera aperta al premier Matteo Renzi, il presidente dell'Associazione nazionale energia del vento (Anev), Simone Togni.

NON METTERE PAROLA FINE A EOLICO - Per l'Anev vengono messi in pericolo sia i 27mila posti di lavoro del comparto, sia la competitività del nostro Paese, che esporta tecnologia e componentistica nel mondo. Togni ha fatto notare che il testo propone «importanti tagli agli incentivi per l'eolico, che ne ridimensionano consistentemente le prospettive di crescita e sviluppo, contrariamente, per altro, a quanto preannunciato per il Green Act, che dovrebbe puntare a rilanciare le politiche ambientali». Secondo l'associazione «qualora il decreto venisse approvato nella versione trasmessa alla Conferenza Unificata Stato Regioni, si metterebbe fine alla parola eolico in Italia, con conseguenze gravissime sull'industria, sull'economia, sul lavoro, nonché sulle generazioni future. Per questo motivo chiediamo un suo intervento diretto e immediato per salvare il settore e per prestare fede a quanto promesso dal governo, sin dall'inizio della legislatura, in tema di Green economy».

GREEN ACT NON DIVENTI BLACK ACT - L'associazione ha quindi rivolto un appello al governo perché il Green act «non diventi un Black Act e che si dia sostegno alle energie pulite come l'eolico che oggi ha raggiunto una maturità tecnologica avanzatissima e un costo di produzione molto vicino alla grid parity. Basti pensare che ogni anno cessano incentivi all'eolico per oltre 100 milioni fino al 2020, e di questi, i nuovi meccanismi di incentivazione ne occuperebbero meno di un terzo con il risultato che il comparto industriale nazionale del vento continuerebbe a crescere e la bolletta degli italiani continuerebbe a scendere». Per rafforzare le sue tesi Togni ha citato la svolta «green» annunciata dall'Arabia Saudita nelle settimane scorse: «Anche al di fuori dell'Europa, Paesi che hanno fondato le loro economie sul petrolio stanno investendo in maniera massiccia sulle rinnovabili. Emblematico è il caso dell'Arabia Saudita, dove il Ministro del petrolio Ali al-Naimi ha annunciato che entro mezzo secolo il Regno 'diventerà potenza globale nell'energia solare ed eolica'».