Grecia, settimana decisiva per Tsipras e la Troika
Oggi Angela Merkel incontrerà Francois Hollande e Jean-Claude Juncker a Berlino, per un triangolare senza il leader greco. Intanto, l'esecutivo ellenico sta lavorando alla bozza per l'accordo con i creditori. Siamo alle battute finali?
ROMA – E’ la resa dei conti tra Atene e Bruxelles. L’esecutivo ellenico è febbrilmente al lavoro per realizzare al sua bozza di accordo per i creditori. La settimana decisiva è appena iniziata, perché entro il 5 giugno la Grecia deve rimborsare al Fondo Monetario Internazionale 300 milioni di euro.
Oggi l’incontro tra Merkel, Hollande e Juncker
Oggi Angela Merkel incontrerà Francois Hollande e Jean-Claude Juncker a Berlino, per un triangolare senza il leader greco. Il commissario Ue Guenther Oettinger non esclude che una soluzione possa giungere in settimana, ma sostiene anche che è «improbabile che l'incontro di oggi in programma tra la cancelliera tedesca, il presidente francese e il presidente della Commissione Ue Juncker porti ad una svolta.» Il destino della Grecia, infatti, è soprattutto nelle mani di Tsipras: il primo ministro ellenico deve decidere se firmare o meno l’accordo con i creditori, ma l’aspetto più importante riguarda l’aggiustamento dei conti pubblici ed è su questo punto che l’esecutivo sta lavorando per trovare un compromesso.
La variabile chiave dell’accordo è quella dell’avanzo primario
La variabile da considerare è soprattutto quella dell’avanzo primario: cioè la differenza tra entrate e uscite, al netto degli interessi sul debito. Ed è su questo punto che si gioca la partita tra Atene e Bruxelles. L’insostenibilità degli accordi precedenti tra la Grecia, i creditori e il Fmi hanno portato all’ascesa di Syriza e trasformato ogni tentativo di ripresa da parte del paese in uno stillicidio economico. L’accordo firmato dal governo precedente prevedeva per il 2016 un avanzo primario pari al 4,5% del Pil: un traguardo semplicemente assurdo per un paese dall’economia in ginocchio. I documenti che circolano oggi e trapelano dalle fonti comunitarie fanno invece riferimento al 3,5%. Diversi economisti hanno dichiarato che un avanzo primario del 2,5% rispetto al Pil sarebbe una proposta ragionevole, mentre i greci hanno chiesto l’1,5%. E’ importante ricordare che la Grecia è caratterizzata da un’economia relativamente chiusa, perché gran parte del suo Pil è prodotto e consumato in casa: chiederle troppi sacrifici significherebbe peggiorare la sua recessione e intrappolarla in un circolo vizioso dalle nefaste conseguenze.
John Nash indicherebbe la via della collaborazione
La chiave della ripresa economica di Atene non può che essere la fine dell’austerità, ed è perciò auspicabile un accordo sull’avanzo primario che tenga conto di questa necessità. La scorsa settimana è morto il premio Nobel John Nash, l’autore della teoria dei giochi. Il suo importante contributo accademico ci permette di guardare alla crisi greca con occhi nuovi e di sperare in un lieto fine: come dimostrato dalla risoluzione del «dilemma del prigioniero», Nash sostiene che l’espediente migliore per ottimizzare il proprio vantaggio in una situazione di conflittualità con un altro soggetto è quello della collaborazione. Il bilancio delle finanze greche è pesante, e Tsipras non ha speranze di superare l’estate senza l’aiuto dell’Ue. Il Paese ellenico deve restituire entro il mese di giugno un ammontare pari a 6,74 miliardi di euro, il rapporto debito/PIL è pari al 177% e il tasso di disoccupazione ha toccato il 26%, con un crollo del PIL pari al 25% dal 2010. Il braccio di ferro tra le istituzioni comunitarie e Atene non giova a nessuno fuorché alla speculazione finanziaria: sarebbe invece auspicabile che entro la settimana si arrivasse finalmente a un accordo tra le parti, per evitare il default al governo greco e il temutissimo pericolo Grexit a tutta la comunità europea. Come ci ricorderebbe Nash, dalla risoluzione delle trattative entrambe le parti hanno solo da guadagnare.
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