29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Nutrire il Pianeta, senza consumarne le risorse

Come funziona la Vertical Farm di Enea a Expo 2015

L'agricoltura del futuro sarà «verticale» e la tecnologia la farà da padrona così da salvare spazio, risparmiare suolo, acqua, elementi nutritivi ed energia. Una dimostrazione di come si possa coltivare tendenzialmente a impatto zero sulle risorse è arrivata dall'installazione dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, in occasione dell'Esposizione Universale di Milano

MILANO – L'agricoltura del futuro sarà «verticale» e la tecnologia la farà da padrona così da salvare spazio, risparmiare suolo, acqua, elementi nutritivi ed energia. Una dimostrazione di come si possa coltivare tendenzialmente a impatto zero sulle risorse è arrivata dalla «Vertical Farm» realizzata dall’Enea, con il contributo di un pool di aziende specializzate del settore, all’interno del «Future Food District» di Expo 2015.

COME FUNZIONA - Nella Vertical Farm vengono coltivati basilico e lattughe in cubetti di torba pressata, tramite concimazione a flusso e riflusso a ciclo chiuso, con ricircolo continuo dell’acqua. L'impianto sfrutta la tecnica della coltura idroponica dove la pianta si sviluppa su substrati alternativi alla terra (torba pressata, argilla espansa, lana di roccia e altri ancora). Grazie a questo accorgimento si risparmia spazio rispetto a una coltivazione tradizionale ma anche terreno. Inoltre la vegetazione delle piante viene stimolata da un sistema di illuminazione a led, che replica le condizioni di luce naturali e accelera la fotosintesi clorofilliana consumando quantità ridotte di elettricità. La Vertical Farm poi non produce rifiuti, in quanto tutti i prodotti utilizzati per la crescita delle piante vengono continuamente riciclati al suo interno. Infine essendo un ambiente chiuso, i pesticidi diventano inutili in quanto è precluso l'ingresso a elementi patogeni che potrebbero danneggiare le piante.

RISPOSTE CONCRETE - Con la Vertical Farm Enea ha voluto fornire risposte concrete ai mali che affliggono il Pianeta. Il consumo di suolo: in Italia negli ultimi 60 anni abbiamo perso oltre 6 milioni di ettari di coltivazioni (ogni giorno si cementificano 100 ettari) e il terreno che rimane disponibile ha visto peggiorare il suo stato di salute. A livello mondiale, il 33% delle terre coltivate è stato classificato come contraddistinto da suoli degradati, spesso a causa di pratiche produttive non sostenibili (sovrapascolamento, monocoltura, eccessivo sfruttamento, non corretta gestione dell’irrigazione e dei nutrienti, mancata restituzione di sostanza organica). Lo spreco dell'acqua: a oggi circa il 70 per cento delle risorse idriche disponibili a livello mondiale viene usato per dissetare colture e allevamenti , con punte del 95% nei paesi in via di sviluppo. Infine i consumi energetici: attualmente l'industria agroalimentare consuma il 30 per cento circa dell'energia mondiale.