26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
I giornali smascherano le multinazionali

La stampa: abbiamo scoperto i furbetti del Lussemburgo

Un network giornalistico americano pubblica i documenti del Luxleaks, a proposito di un accordo segreto tra il Lussemburgo e trecento aziende in tutto il mondo. Coinvolte Finmeccanica, Intesa San Paolo, Unicredit, Amazon e Ikea. Un caso destinato a creare non poco imbarazzo a Juncker

BRUXELLES - «Accordi segreti tra le autorità del Lussemburgo e trecento aziende in tutto il mondo, tra cui 31 in Italia per spostare flussi finanziari enormi pagando tasse minime». L'Espresso, pubblica in esclusiva per l'Italia un'inchiesta di un network giornalistico americano, The International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ), diffusa in contemporanea in 26 paesi. «Un'emorragia di fondi, perfettamente legale, che sottrae risorse dall'economia del resto dell'Ue».

METODI «​LEGALI MA FURBETTI»​ - Un gruppo di giornali europei – fra cui Guardian, Le Soir e Sdz – ha pubblicato i documenti del Luxleaks, il frutto di una lunga inchiesta giornalistica collettiva sul Granducato e sul suo ruolo di paradiso fiscale nel cuore dell’Ue. In più di 28 mila pagine, viene descritto il funzionamento di un meccanismo che in fondo tutti conoscevano, che consentiva ai clienti del piccolo stato europeo di pagare meno tasse, con metodi legali (in genere), ma «furbetti». Secondo i documenti, molte società avrebbero profittato di una complessa rete di prestiti intragruppo per alleggerire il peso impositivo a livello conglomerato.  

LUSSEMBURGO: TERRA DELLE FATE - Stephen Shay, professore ad Harvard, ne deduce che «il Lussemburgo è una sorta di terra incarnata delle fate». Nella quale, a vedere i documenti pubblicati su Internet, hanno albergato numerosi gruppi italiani come Finmeccanica, Banca delle Marche, Banca Sella, IntesaSanPaolo, Unicredit, Ubibanca. Altri nomi saranno svelati nelle prossime ore. Nessuna sorpresa, ci sono tutti o quasi i big degli affari europei, da Amazon a Ikea. Tutti in cerca di risparmio con formule che, va ricordato, sino a prova contraria sono legali. Anche se il gioco degli intrecci autorizzati ha portato a pagare tasse zero e dell’1 per cento (è il caso della britannica Dyson). Al di là di questo, l’inchiesta è destinata a creare imbarazzo per il neopresidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, per oltre vent’anni ministro delle Finanze e premier del Gran Ducato.