Bonanni avverte Renzi: «Giù le mani dalle pensioni»
Duro il leader della CISL: Invece di intervenire sulle «municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500 Questa è una cultura becera, che deve finire».
ROMA - «Il governo dovrà spiegare bene al Paese, ai cittadini perché mette una nuova tassa». Così il leader della CISL, Raffaele Bonanni, ha commentato a «Prima di tutto», Radio 1, la ventilata manovra del Governo sulle pensioni.
«E' un altra tassa, perché non si può intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se già non ne pagassero di salate, come se già non pagassero contributi di solidarietà, non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra - ha aggiunto Bonanni - una iniziativa eccessiva».
LOGICA PERVERSA - Invece di intervenire sulle «municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500 Questa è una cultura becera, che deve finire. Al di là delle chiacchiere, non si fa nulla per le spese forti, dissipatrici di comuni, province e regioni, e ci si rivolge ancora una volta a coloro che pagano le tasse sino all'ultimo centesimo e non hanno nemmeno la rivalutazione di fronte all'inflazione. E' una logica perversa, che potrebbe innescare un'ulteriore frenata sui consumi, perché la gente, preoccupata dal proprio futuro, blocca tutti i consumi, per la paura di fare passi più lunghi della gamba», ha aggiunto.
TROPPE CHIACCHIERE - Secondo il numero uno della Cisl, «stiamo affondando nelle troppe chiacchiere che non portano a niente: né a una ripresa economica, né al rispetto dei patti sottoscritti con le persone».
Il governo, dunque, «deve finirla con questa discussione: deve prendere il toro per le corna e affrontare seriamente il problema delle tante, troppe spese ingiustificate nel Paese, che vengono tollerate perché sono gestite dai valvassori e valvassini della politica. Sembra quasi - ha detto ancora Bonanni - che questo sistema valga più dei cittadini e dell'economia. Se davvero si avesse a cuore la ripresa, si sarebbe molto più drastici nei confronti della spesa pubblica e di tutto ciò che fa ricchezza. Ci sono in questo Paese dei veri e propri cartelli: nell'energia, nelle autostrade. E non vengono minimamente toccati, disturbati. E alla fine si scatenano discussioni infinite nei confronti di persone che il patto con lo Stato lo rispettano, pagando tasse elevatissime».
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