2 novembre 2024
Aggiornato 21:30
La crisi italiana

Le tasse uccidono la crescita

Secondo i calcoli dell'Ufficio studi di Confcommercio la pressione è pari al 53,2% del Pil, al netto dell'economia sommersa che è intorno al 17,3% del Pil. Si tratta di una percentuale che supera quella di tutti i maggiori paesi nel mondo. La pressione fiscale apparente è pari al 44,1% del PIL.

ROMA - L'Italia detiene il record della pressione fiscale effettiva. Secondo i calcoli dell'Ufficio studi di Confcommercio la pressione è pari al 53,2% del Pil, al netto dell'economia sommersa che è intorno al 17,3% del Pil. Si tratta di una percentuale che supera quella di tutti i maggiori paesi nel mondo. La pressione fiscale apparente è pari al 44,1% del Pil.

In Danimarca la pressione fiscale effettiva è pari al 51,3% del Pil, in Francia al 49,5%, in Austria al 47,4%, in Svezia al 47%. A livelli molto più bassi si collocano la Gran Bretagna con il 40%, la Spagna 37,6%, l'Irlanda al 32,5%, il Canada al 31,2% e gli Usa al 27,7%, paesi dove l'economia sommersa rtispetto al Pil ha un'incidenza di gran lunga inferiore rispetto a quella italiana.

LE TASSE UCCIDONO LA CRESCITA - Le tasse uccidono la crescita. È l'allarme lanciato da Confcommercio che ha condotto uno studio da cui emerge che a fronte di un auemento della pressione fiscale in Italia del 5% dal 2000 al 2013, il Pil procapite è sceso del 7%. In Germania nello stesso periodo la pressione fiscale è diminuita del 6% mentre il Pil reale procapite è aumentato del 15%.

In Svezia, paese fuori dall'Ue ad esempio, la pressione fiscale nello stesso periodo è scesa del 14% e il Pil reale procapite è aumentato del 21%. «Per favore - ha detto il presidente Carlo Sangalli - abbandoniamo l'idea di nuove tasse e di ulteriori eventuali prelievi: le tasse sono oggi la mortificazione della crescita. Le performance del 2014 sono compromesse, non distruggiamo le basi per la ripresa del 2015. L'Italia - ha evidenziato Sangalli - è ferma».

Dal 2008 al 2013 l'Italia ha perso in termini di Pil reale procapite l'11,6%. Peggio ha fatto solo la Grecia con un -23,2%. La Germania ad esmpio nello stesso periodo ha visto crescere il Pil reale procapite di 4,4 punti percentuali. La Francia ha perso 2,3 punti.

CONTROLLI MIRATI E SELETTIVI - Fa bene il governo ad andare avanti nella lotta all'evasione: è infatti «positivo» l'obiettivo di raccogliere almeno 15 miliardi di maggiori entrate per il 2015 nel contrasto all'evasione. Ma i controlli devono essere mirati e selettivi per non danneggiare l'attività delle imprese. Lo ha sottolineato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento al convegno «Tagliamo le tasse, non tassiamo la crescita».

«Si proceda dunque con questa mission - ha detto Sangalli in riferimento alla lotta all'evasione - a condizione però che l'agibilità effettiva del contraddittorio con l'amministrazione finanziaria sia sempre garantita e l'azione di controllo sia selettiva e mirata per non danneggiare l'attività stessa delle imprese, già appesantita dagli effetti drammatici e persistenti della recessione e da una burocrazia barocca».