19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Lavoro

Vertenza Electrolux, Guidi vede sindacati

Si sposta al ministero dello Sviluppo economico la vertenza sulla Electrolux dopo che oggi il confronto a Venezia tra sindacati e azienda non ha prodotto i risultati sperati.

ROMA - Si sposta al ministero dello Sviluppo economico la vertenza sulla Electrolux dopo che oggi il confronto a Venezia tra sindacati e azienda non ha prodotto i risultati sperati. Il ministero per questo ha offerto la propria mediazione perché le parti si riuniscano a Roma lunedì pomeriggio alle 14.30. In serata poi il ministro Federica Guidi incontrerà i segretari generali di categoria della Fiom Maurizio Landini, della Uilm Rocco Palombella, della Fim Cisl Giuseppe Farina.

Mercoledì è previsto un ulteriore incontro cui parteciperanno i rappresentanti del ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico insieme alle parti previsto per le 17.30 e i risultati del tavolo saranno poi portati alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal premier Matteo Renzi e dal sottosegretario Graziano Delrio.

A determinare lo stop è arrivata ieri la proposta della Fiom Cgil che preferisce, per il triennio 2014-2017, un taglio del premio di risultato dei lavoratori che incide sul Tfr «per un importo teorico di circa 9 euro al mese», piuttosto che una riduzione delle pause che «scarica solo sui lavoratori delle linee di montaggio la riduzione del costo del lavoro». La sortita ha fatto infuriare gli altri sindacati.

«La Uilm ritiene del tutto sbagliato riaprire la discussione su temi chiusi come il salario, così come oggi incredibilmente ha fatto la Fiom: presso il Mise, su richiesta allora unitaria del sindacato ed in seguito alle forti mobilitazioni dei lavoratori, Electrolux stessa si è difatti impegnata a non chiedere più alcun taglio di stipendio», dice Gianluca Ficco, coordinatore Uilm elettrodomestici.

La trattativa sembrava essere alle battute finali dopo che il 6 maggio l'azienda aveva prospettato l'ingresso di un partner al sito friulano di Porcia per assorbire 150 dei circa 400 esuberi, e una crescita dei volumi produttivi negli altri tre stabilimenti italiani di Susegana, Solaro e Forlì.

La complicata vertenza si è aperta a fine gennaio quando Electrolux aveva annunciato un taglio dei salari tra i circa 6.000 dipendenti italiani, oltre 1.000 esuberi, e la chiusura di Porcia con l'obiettivo di tagliare il costo del lavoro di 3 euro all'ora e renderlo più vicino a quello dell'Est Europa.

Dopo vari incontri Electrolux aveva accettato di tagliare il costo del lavoro senza toccare i salari presentando un piano industriale 2014-2017 che, per l'Italia, prevede investimenti da 150 milioni. Gli esuberi potenziali sarebbero 800 (dai 1.200 circa iniziali) da evitare attraverso pensionamenti e mobilità volontarie e l'aumento dei volumi produttivi. Prorogati i contratti di solidarietà in tutti e quattro gli stabilimenti.

Il governo ha stanziato nel decreto lavoro 15 milioni annui di sgravi contributivi per le aziende che applicano contratti di solidarietà, come Electrolux.