Squinzi: «Mi auguro che in Parlamento non saltino fuori le solite porcate»
Il presidente di Confindustria: «Delude profondamente l'entità degli stanziamenti, ben lontana da quella che garantirebbe un impatto forte sull'economia. Per il cuneo noi chiedevamo con forza 10 miliardi e alla fine ne sono usciti 2,6-2,7»
MILANO - Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, è tornato a commentare la legge di stabilità: «Ho espresso il timore che nelle fasi di passaggio in Parlamento da decreto legge a legge non saltino fuori le solite porcate, porcherie del passato di cui nel nostro Paese abbiamo lunga esperienza». Nel corso del suo intervento all'assemblea generale di Anima a Milano, Squinzi ha proseguito: «Mi auguro che questo non succeda».
DELUSI PER POCHE RISORSE SU CUNEO - Il presidente di Confindustria ha poi ribadito le sue posizioni a riguardo: «Delude profondamente l'entità degli stanziamenti, ben lontana da quella che garantirebbe un impatto forte sull'economia», le risorse messe in campo per la riduzione del cuneo fiscale «non sono minimamente in grado di produrre effetti sulla domanda. Per il cuneo noi chiedevamo con forza 10 miliardi e alla fine sono usciti 2,6-2,7 miliardi, dobbiamo mantenere forte la pressione su questo punto».
BENE IL METODO, SCARSI I RISULTATI - Parlando in generale della manovra varata la scorsa settimana, il numero uno degli industriali ha affermato: «Il governo ha fatto passi nella giusta direzione con la legge di stabilità ma si tratta di interventi che riteniamo assolutamente insufficienti, direi buono il merito scarso per ora il risultato».
SERVE CRESCITA SOSTENUTA, NON DA 0, - Squinzi ha poi continuato: «La mancanza di coraggio non è nostra, degli imprenditori ma è del governo che non ha ritenuto mettere mano a una revisione importante della spesa pubblica. Adesso deve concentrarsi a risolvere con decisione e rapidamente i problemi strutturali che limitano la nostra competitività perché noi vogliamo tornare a crescere ma non ci accontentiamo di una debole ripresa. Il nostro Pil deve tornare a un tasso di crescita superiore al 2 per cento, mettendo al centro la manifattura, recuperi da prefisso telefonico, come da previsioni, senza interventi incisivi non ci bastano, abbiamo bisogno di ritrovare una crescita forte».
SPERO IN LETTA FINO AL 2015 - Sull'esecutivo, il presidente degli industriali ha concluso: «Mi auguro che il governo duri fino al 2015 perché ricordiamoci che dopo il semestre italiano europeo ci sarà un evento importante come l'Expo e presentarsi a questo appuntamento in un fase di instabilità politica non sarebbe un segnale positivo».
A SAPERLO NON MI CANDIDAVO... - Quanto alla situazione, economica e politica, in Italia, per Squinzi: «E' complicatissima e onestamente quando ho accettato di candidarmi presidente sotto la pressione di tanti amici non pensavo di arrivare in un momento così complicato, non credevo di trovarmi in una situazione così complessa, se lo vessi saputo prima non mi sarei candidato. Ma credo anche, con la mia storia imprenditoriale che ha fatto crescere la propria impresa e internazionalizzata, di avere particolare voglia di far tornare questo paese competitivo, di far tornare le imprese a crescere», ha terminato il leader di Confindustria.
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