Biocarburanti: -35% emissioni di gas serra per ottenere gli incentivi
Un obiettivo raggiungibile solo attraverso il rispetto dei criteri di sostenibilità richiesti, che vengono anche contabilizzati per l’ottenimento degli incentivi previsti. Nello specifico, questi criteri prevedono che i biocombustibili riducano di almeno il 35% i gas serra rispetto ai combustibili fossili sostituiti, percentuale che nel 2017 dovrà raggiungere il 50%
La sostenibilità ambientale è al centro del processo di certificazione
Stiamo parlando della certificazione dei biocarburanti, un tema attuale e particolarmente interessante, inserito tra quelli che verranno analizzati durante il Seminario Food Bioenergy, previsto per il 1 marzo prossimo a partire dalle ore 9.30 all’interno del ricco calendario di eventi organizzati per la terza edizione di Bioenergy Italy, in programma dal 28 febbraio al 2 marzo presso i padiglioni di CremonaFiere.
Dai biocarburanti per trazione il 35% di gas serra in meno rispetto ai combustibili fossili
«Il tema della sostenibilità ambientale – spiega Alessandra Caramia, coordinatrice del team che lavora sulla certificazione dei biocarburanti all’interno di Bureau Veritas e relatrice al seminario di Bioenergy – è un tema centrale nel più vasto ambito delle energie rinnovabili, perché risponde a quanto previsto dalla normativa europea del 2009 sulla qualità dei carburanti. La normativa impone che entro il 2020 le emissioni di gas serra sui carburanti impiegati nel settore dei trasporti vengano ridotte del 6%. Un obiettivo raggiungibile solo attraverso il rispetto dei criteri di sostenibilità richiesti, che vengono anche contabilizzati per l’ottenimento degli incentivi previsti. Nello specifico, questi criteri prevedono che i biocombustibili riducano di almeno il 35% i gas serra rispetto ai combustibili fossili sostituiti, percentuale che nel 2017 dovrà raggiungere il 50%».
Tutta la filiera produttiva è coinvolta in un processo virtuoso
Quindi non solo risparmio energetico, ma soprattutto riduzione delle emissioni. Obiettivi importanti che possono essere garantiti proprio dalla certificazione, un processo che parte dal primo anello della filiera e arriva fino al distributore, e che con scrupolo e grande attenzione nel rispetto della normativa rintraccia e certifica, per l’appunto, la regolarità di ogni passaggio produttivo.
«Il potenziamento del sistema di certificazione nel settore dei biocarburanti – sottolinea Caramia – rappresenta un passo necessario se si vuole andare verso la creazione di un commercio sostenibile delle biomasse, ma si traduce anche nella possibilità, per i produttori, di affacciarsi su nuovi mercati: un’opzione interessante che non deve essere sottovalutata anche perché, pur non prevedendo la normativa l’obbligatorietà della certificazione, il fatto stesso di prevedere incentivi per chi certifica pone chi non lo fa fuori dal mercato».
Da rifiuto a risorsa da valorizzare. Così le biomasse cambiano anima
E’ azzardato parlare di mercato della sostenibilità ambientale? «No – conclude Alessandra Caramia – perché attraverso l’utilizzo e la valorizzazione dei sottoprodotti destinati a diventare biomassa e successivamente energia, ciò che fino a ieri non era sostenibile perché ritenuto rifiuto da smaltire, oggi lo diventa e grazie a questo processo viene immesso in un nuovo business, sicuramente virtuoso».
L'appuntamento per saperne di più sul settore dei biocarburanti e la normativa che lo regola è quindi fissato a Cremona in occasione di BioEnergy Italy, che sarà anche un'occasione per scoprire le ultime tecnologie e attrezzature dedicate alle fonti rinnovabili di energia.
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