25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Intervento all'assemblea di Federprogetti

Spending review: Squinzi, basta tasse, italiani al limite

Il presidente di Confindustria: Il Paese non può più permetterselo, gli italiani ormai sono arrivati al limite della sopportazione, la soluzione è rivedere nel complesso i meccanismo della spesa pubblica. Dl crescita? Qualche dubbio, lavoreremo per correttivi. Pil +0,4% anno con incentivi stabili fino a 2020

ROMA - Basta a nuove tasse, gli italiani sono arrivati al limite. A lanciare l'appello è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo all'assemblea di Federprogetti.
«Abbiamo detto basta a nuove tassi, il Paese non può più permetterselo, gli italiani ormai sono arrivati al limite della sopportazione, la soluzione è rivedere nel complesso i meccanismo della spesa pubblica. Il governo lo sta facendo con la spending review, anche se ci hanno detto che ora è finalizzato ad evitare l'aumento dell'aliquota Iva di due punti, ma questo è solo il primo passo e dobbiamo mantenere alta l'attenzione», ha detto Squinzi.

Dl crescita? Qualche dubbio, lavoreremo per correttivi - Sul dl Crescita «da una prima lettura emerge qualche domanda, qualche dubbio da porre» e per questo «nell'iter di conversione in legge lavoreremo per apportare gli interventi correttivi che noi riteniamo necessari».
Squinzi ha puntato il dito, in particolare, sulle novità relative al credito d'imposta per le infrastrutture. La norma in questione è quella che prevede un credito d'imposta «fino al 50% del costo dell'investimento per la realizzazione di opere strategiche non finanziabili con risorse pubbliche». E Squinzi si è domandato «fino al 50% come viene deciso? Non era forse meglio fissare una quota certa?». Altro dubbio del presidente degli industriali è sul mancato inserimento del credito d'imposta per le partnership pubblico-privato: «perché non vengono inserite anche le partnership pubblico provate? E' un limite evidente».
L'erogazione, inoltre, «è limitata - ha concluso - agli importi superiori ai 500 milioni di euro. E questo appare un limite evidente».

Pil +0,4% anno con incentivi stabili fino a 2020 - Investire in efficienza energetica potrebbe far «risalire il Pil». E «stabilizzando gli incentivi attuali fino al 2020, infatti, abbiamo stimato che solo grazie a questo settore potremmo incrementarlo di oltre lo 0,4%».
Nel mirino di Squinzi, poi, il costo dell'energia: «paghiamo il 30% in più rispetto ai principali paesi europei. Il differenziale di costo nasce da scelte storiche precise, che hanno puntato su alcune fonti escludendone altre. Le imprese italiane non possono più sopportare questo svantaggio. Ne risente il manifatturiero, ne risente l'intero sistema produttivo». Ecco perchè «dobbiamo definire una nuova politica energetica» per l'Italia.