Lavoro: Monti, gli italiani vogliono la riforma
Il Premier da Tokyo: La riforma è necessaria, il sistema attuale scoraggia gli investimenti italiani e stranieri nel nostro paese. Napolitano: Si attenda presentazione ddl, poi si valuta. Bersani: Non è vero che in Italia è difficile licenziare
ROMA - Certamente la riforma del lavoro provoca «disaccordi e accese discussioni», ma secondo Mario Monti «la maggioranza degli italiani» la ritiene «necessaria».
In un estratto del suo intervento a Tokyo alla conferenza organizzata dal quotidiano Nikkei Shimbun - trasmesso da SkyTg24 - il presidente del Consiglio ha spiegato: «Questa è una riforma che provoca disaccordi a accese discussioni, ma ho l'impressione che la maggioranza degli italiani percepiscano come la riforma sia necessaria». Una riforma che «promuove gli interessi dei lavoratori esistenti e di quelli potenziali e lo fa in modo più efficace rispetto al sistema odierno che invece scoraggia le aziende italiane dal compiere ulteriori investimenti e le compagnie straniere dal fare investimenti diretti nel nostro Paese».
Napolitano: Si attenda presentazione ddl, poi si valuta - «Il mio auspicio è che si attenda la presentazione del ddl. Quando sarà pronto per il Parlamento tutti potranno esaminarlo e ricercarne le considerazioni che crederanno». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in riferimento alla riforma del lavoro e alle parole del primo ministro Mario Monti che da Tokyo ha sostenuto che il governo tecnico ha «consensi alti» a differenza dei partiti. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti a Capua, a margine della nuova apertura del Museo Campano, il capo dello Stato ha commentato le parole del premier affermando: «L'ha detto il presidente del Consiglio, quindi è un parere importante».
Bersani: Non è vero che in Italia è difficile licenziare - Il Pd mantiene la sua posizione critica rispetto alla proposta del Governo di riforma del regime dei licenziamenti: «Non è vero - ha detto da Lisbona il segretario democratico Pier Luigi Bersani, ai microfoni del Tg1 - che in Italia è così difficile lasciare a casa la gente».
«E non è questo - ha aggiunto - il problema numero uno per gli investimenti».
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