Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene: difendere dalle imitazioni e dalle speculazioni
Appena concluso l’incontro di Bruxelles, i Consorzi di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e del Prosecco doc tracciano un bilancio dell’attività di tutela in Italia e all’Estero. E rispondono a chi, in questi giorni, ha cercato pubblicità speculando su un vino orgoglio dell’Italia
BRUXELLES - Non controbattere alle facili provocazioni ma portare fatti concreti. E’ questo l’impegno delle denominazioni del Prosecco. Un passo importante è stato compiuto proprio ieri, quando al Parlamento Europeo il Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e quello del Prosecco doc, portando anche le istanze dell’Asolo, hanno partecipato all’incontro con l’intergruppo parlamentare europeo. L’evento, cui hanno preso parte, tra gli altri, il Ministro dell’Agricoltura italiano Mario Catania, assieme ad altri numerosi colleghi, aveva una finalità più ampia, ovvero ribadire la necessità di dire no alla liberalizzazione degli impianti viticoli, prevista dal 2015. In questa occasione, tuttavia, le denominazioni del Prosecco hanno anche richiesto un nuovo impegno al Ministro e all’ intergruppo del Parlamento Europeo per difendere questo vino, simbolo dell’Italia, nel mondo.
Con tale finalità fin dal marzo 2011 i tre Consorzi hanno iniziato un lavoro di lobby tramite i parlamentari europei Scottà e Cancian per chiedere al Parlamento Europeo di tutelare con forza a livello internazionale questo prodotto. Il primo risultato è stato il riconoscimento negli Stati Uniti, principale mercato di destinazione del vino italiano, della parola prosecco come vino esclusivamente doc e docg prodotto in Italia. Per conoscere in prima persona questa realtà e proteggerla ancora meglio, a maggio è prevista la visita dell’Intergruppo Vino del Parlamento Europeo alle colline di Conegliano Valdobbiadene, Asolo e l’intera area del Prosecco doc.
Grazie alla legge europea, nei paesi della Comunità le imitazioni sono perseguibili per vie legali, nei paesi terzi, invece, questo è subordinato ad accordi bilaterali tra la Comunità Europea e le singole nazioni. Attraverso l’’impegno degli Europarlamentari sono già stati ottenuti importanti risultati ma le sfide sono ancora molte. Quanto al Brasile, si sta ancora lavorando perché si possa bloccare la produzione ma il primo successo è che il Prosecco brasiliano non può più fare ingresso in Europa e negli USA. La dimostrazione è venuta dalla recente fiera ProWein, dove il numero dei prodotti di imitazione si è drasticamente ridotto e sarà presto destinato a sparire. Durante la fiera, inoltre, i Consorzi hanno formalizzato l’incarico ad uno dei principali studi legali tedeschi, per il monitoraggio e la repressione in Germania degli usi illeciti del nome Prosecco o delle imitazioni e storpiature di esso.
Per difendere nel mondo il marchio «Prosecco»con le identità doc e docg è necessaria l’unità di azione e di intenti di tutti, in primis, Consorzi di Tutela, Regione, Ministero dell’Agricoltura e Comunità Europea. Certamente il ruolo dei produttori è molto importante e richiede atteggiamenti responsabili da parte di tutte le aziende. Non è consentito speculare sul nome Prosecco e sul tema della tutela, come abbiamo visto fare in questi giorni da parte di singole aziende in previsione di Vinitaly. Le denominazioni sono un bene collettivo che non può essere strumentalizzato dai singoli.