3 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Il Governo e la riforma del mercato del lavoro

Lavoro: Monti, basta cultura consociativa

Il Premier: A nessuno il potere di veto. Il Parlamento è l'interlocutore essenziale del Governo. Tutti d'accordo sulle modifiche all'articolo 18 tranne la Cgil. Ora nessun alibi, le imprese investano. Con la riforma vera prospettiva di sviluppo dell'economia

ROMA - Non ci sarà un accordo firmato tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, è il momento di mettere da parte la «cultura consociativa» che nel passato ha privilegiato le intese, scaricandone il costo sulla collettività. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, incontrando i giornalisti dopo l'incontro con le parti sociali. «A proposito di strumenti e metodi voglio fare un'osservazione: né oggi né giovedì c'è stato, o ci sarà, un accordo firmato tra governo e parti sociali».
«Il Governo - ha sottolineato - ha condotto una scrupolosa consultazione delle parti sociali, che hanno dato un grande contributo. Ma come ho chiarito alle parti l'interlocutore essenziale del Governo è il Parlamento, il dialogo con le parti sociali è importantissimo, ma non riflettiamo una cultura consociativa che in un passato lontano o mediamente lontano ha ritenuto che la cosa importante fosse che il governo favorisse l'accordo con le parti sociali, poco importava se con le risorse a carico della collettività». Insomma, il dialogo è «fondamentale» ma «a nessuno è concesso un potere di veto».

Tutti d'accordo sulle modifiche all'articolo 18 tranne la Cgil - «L'accertamento che abbiamo voluto condurre con scrupolo ci ha portato a concludere che tutte le parti sociali consentono all'articolo 18 nella formulazione nuova, a eccezione della Cgil, che ha manifestato una posizione negativa».
In merito alla disciplina dei licenziamenti - ha osservato il premier - abbiamo «voluto accertare esattamente le posizioni delle parti» in merito alla normativa che «modificando l'articolo 18, il ministro ha proposto» sui licenziamenti per motivi economici, disciplinari o discriminatori.

Ora nessun alibi, le imprese investano - Ora che non c'è più «l'handicap» o «l'alibi» dell'articolo 18, la imprese «investano di più». E' l'aspettativa del premier Mario Monti, che in conferenza stampa spiega che la riforma del mercato del lavoro «sono sicuro darà anche luogo a un nuovo spirito: per esempio io mi aspetto che dalle imprese italiane ora venga un rinnovato impulso agli investimenti, alla crescita e all'occupazione».
Dunque «mi aspetto che passata questa fase congiunturale le imprese raddoppieranno il loro impegno ora che non hanno più l'handicap o l'alibi, dipende dai punti di vista, dell'avere un trattamento dei licenziamenti diverso da quello vigente nelle altre economie avanzate».

Con la riforma vera prospettiva di sviluppo dell'economia - «Confidiamo» che la riforma del mercato del lavoro «possa contribuire veramente a dare una prospettiva di sviluppo all'economia italiana, a vantaggio dei giovani». Lo ha detto il premier Mario Monti parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi e assicurando che si stanno compiendo «passi verso un mercato del lavoro meno segmentato».