Grecia, il Governo tedesco spaccato. Schaeuble vuole il fallimento
Secondo fonti del Financial Times la Cancelliera Merkel invece si opporrebbe strenuamente. Lunedì si svolgerà un nuovo Eurogruppo. Intanto Atene cala la scure sulle pensioni e trova i risparmi mancanti
BERLINO - Il governo della Germania sarebbe «spaccato» sulla Grecia, secondo le ricostruzioni del Financial Times: il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ormai vorrebbe lasciar fallire Atene, mentre la cancelliera Angela Merkel si opporrebbe strenuamente a questa ipotesi. Secondo il quotidiano Schaeuble si sarebbe orientato alla linea dura a seguito del rifiuto di alcuni politici greci di impegnarsi a portare avanti le misure di austerità richieste in cambio degli aiuti anche dopo le elezioni, previste ad aprile.
Fonti vicine alla cancelliera hanno riferito che tuttavia la Merkel e Schaeuble sono uniti sull'obiettivo di spingere la Grecia a onorare le richieste dei partner europei, salvo concedere, dice ancora il FT, che il ministro delle Finanze è maggiormente «impaziente» della cancelliera.
Lunedì si svolgerà un nuovo Eurogruppo, tra ministri delle Finanze, per decidere su un eventuale nuovo piano di aiuti. Ieri nel pomeriggio si sono dissipati i timori di un rinvio a dopo le elezioni che erano circolati in mattinata, innescando tensioni poi rientrate su borse e titoli di Stato dell'area euro.
Intanto diversi politici tedeschi mantengono le pressioni sulla Grecia: sta a lei decidere se restare nell'euro e «se è disposta o meno ad attuare le misure e onorare i suoi impegni», ha affermato il capo dei conservatori della Baviera, Horst Seehofer, alleato della Merkel. Altrimenti la sua formazione è pronta a votare no, al voto di ratifica del Parlamento tedesco su eventuali aiuti, già calendarizzato per il 27 febbraio.
Intanto Atene cala la scure sulle pensioni e trova i risparmi mancanti - Altri tagli alle pensioni in Grecia, che assieme a riduzioni su Difesa, spesa farmaceutica e trattamenti retributivi speciali in diversi settori dei dipendenti pubblici - polizia, esercito, magistratura e sanità -frutteranno quei 325 milioni di euro di economie supplementari e mancanti, pretesi da Unione europea e Fondo monetario internazionale. A riferire dei nuovi tagli è stato il ministero del Lavoro greco, precisando che gli assegni pensionistici superiori ai 1.300 euro mensili subiranno decurtazioni del 12 per cento, che si aggiungono a un taglio del 10 per cento già imposto nel 2010.
Unici in parte risparmiati dalla scudisciata sono i marinai, per i quali la decurtazione sarà limitata al 7 per cento. Sulle pensioni integrative inoltre verranno operati tagli al di sopra dei 200 euro mensili in maniera progressiva fino a raggiungere il 20 per cento. In questo modo sul capitolo pensioni i risparmi annuali saliranno a 400 milioni, 100 milioni in più di quanto inizialmente stimato. Il rimanete, quei 25 milioni residuali di economie, giungerà dalle voci sovra citate.
Il reperimento di questi risparmi extra era una delle condizioni pretese dai partner europei per procedere con un nuovo piano di aiuti. Su quest'ultimo sono attese decisioni lunedì prossimo dalla nuove riunione dell'Eurogruppo.
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