3 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Il Governo e la riforma del mercato del lavoro

Lavoro, Monti: A marzo arriva la «flessibilità»

Il Premier intervistato dal «Wall Street Journal»: Più facili assunzioni, licenziamenti, sostegno alla ricerca del posto. Meloni a Monti: Più risposte ai giovani e meno battute. Belisario (Idv): L'Articolo 18 non si tocca, nostra mozione test per tutti

ROMA - Il governo vorrebbe introdurre entro la fine di marzo nuove misure che renderanno più facile alle imprese licenziare ed assumere, e al tempo stesso aiutare le persone che perdono il posto a trovare nuove posizioni. Lo riporta il Wall Street Journal in una lunga intervista al premier Mario Monti, che ha affermato come «aumenteremo la flessibilità complessiva del mercato del lavoro».
Monti ha rivendicato che l'Italia sta facendo la sua parte sulle riforme strutturali, essendo già intervenuta sul sistema pensionistico, mentre il governo ha elaborato una serie di liberalizzazioni in vari settori - dalle farmacie ai taxi che ora sono al vaglio del Parlamento.

Meloni a Monti: Più risposte ai giovani e meno battute - «Voglio dire a Monti che i giovani in Italia sono gli unici che non rincorrono il mito del posto fisso. La sua battuta andrebbe girata al sistema bancario, perché quello sì che è davvero monotono quando chiede la busta paga dei genitori per avere un mutuo». Lo ha detto l'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni durante la presentazione del libro Noi crediamo, alla quale hanno partecipato tra gli altri il segretario del Pdl Angelino Alfano, gli ex ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna, Mario Baccini e Carlo De Romanis.
«Alla Cancellieri voglio inoltre dire - ha aggiunto Meloni - che se i giovani cercano un posto di lavoro vicino ai propri genitori è perché la famiglia è rimasto l'unico ammortizzatore sociale: servono più risposte e meno frasi di circostanza».

Belisario (Idv): L'Articolo 18 non si tocca, nostra mozione test per tutti - «Il governo non tocchi l'articolo 18, non è cancellando diritti e tutele dei lavoratori che si risolve l'emergenza occupazione». Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, che in una mozione a sua prima firma «impegna il governo a ritirare la riforma dell'articolo 18 dai temi attualmente oggetto di trattativa con le parti sociali, a non inserirla nei prossimi provvedimenti in tema di lavoro e politiche sociali e a estendere, al contrario, quanto più possibile l'applicazione delle garanzie previste dall'articolo 18 anche alle categorie che attualmente non ne usufruiscono».

Cardinale Ravasi: L'insicurezza mina nei giovani il senso della vita - Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, dedica un post del suo blog Parola e parole al tema del lavoro, «al centro di dibattiti e di incontri a tutti i livelli. Cresce - scrive il porporato - la preoccupazione di tante famiglie per il lavoro che sembra venir meno o divenire sempre più instabile. L'insicurezza lavorativa, soprattutto nei più giovani, mina profondamente anche il senso stesso della vita. Appare, dunque, importante ristabilire una visione del lavoro che sia profondamente umana».
Ravasi, celebre biblista, fa poi una meditazione sul lavoro a partire dalla bibbia, a partire dal libro della Genesi e la comparsa di Caino e Abele, pagina in cui «si mostrano già le tensioni che schierano su campi avversi le varie classi sociali». Il lavoro «è celebrato anche da Gesù, il figlio del carpentiere [o falegname] e carpentiere [o falegname] lui stesso. Le sue parabole introducono spesso come protagonisti contadini, pescatori, mercanti, donne di casa, pastori, operai giornalieri e così via. Egli ci invita, certo, a chiedere a Dio il pane quotidiano, esortando i discepoli a non preoccuparsi del cibo fino al punto di dimenticare i valori supremi. Tuttavia la comunità cristiana è anche cosciente, come ammonisce san Paolo, che bisogna attendere agli impegni, lavorando con le proprie mani, così come faceva lo stesso Apostolo per non essere di peso a nessuno, lavorando giorno e notte, perché se uno non vuole lavorare, allora neppure mangi. Fermo restando, però, il principio formulato da Gesù: Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se perde la propria vita?».