18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
La crisi del debito greco

Grecia, rinviato l'incontro tra Papademos e i leader della coalizione

Intanto ad Atene in migliaia manifestano contro la politica di austerità. Kroes: Se la Grecia esce dall'Euro non muore nessuno. Financial Times: Piano UE prevede fondo di garanzia per i creditori

ATENE - L'incontro tra il primo ministro Lucas Papademos e i leader dei tre partiti che tengono in piedi l'attuale esecutivo, per approvare i termini di un nuovo prestito da parte dell'Unione Europea e il Fondo monetario internazionale, è stato rinviato a domani. Lo ha riferito l'ufficio di Papademos.
Il nuovo rinvio dell'incontro, che avrebbe dovuto svolgersi inizialmente ieri, «non indica che ci siano imprevisti, non è accaduto nulla di drammatico, giusto una serie di punti molto tecnici che hanno richiesto più tempo del previsto per essere risolti», ha detto una fonte dell'ufficio del premier.
Prima dell'incontro con i leader del tre partiti della coalizione di governo, che si terrà «probabilmente a mezzogiorno», Papademos dovrà definire con i rappresentati di Unione Europea, Banca centrale europea e Fmi il testo sugli impegni che Atene dovrà assumersi per ricevere il nuovo programma di aiuti da 130 miliardi di euro.

In migliaia manifestano contro la politica di austerità - Migliaia di persone si sono radunate nella piazza Syntagma di Atene per manifestare contro le nuove misure di austerità che il governo del premier Lucas Papademos sta negoziando con l'Ue e L'Fmi in cambio di una nuova tranche di aiuti finanziari necessari per evitare il rischio di un default.
«No ai licenziamenti pubblici», «No al taglio del salario minimo»: questi alcuni degli slogan dei manifestanti in una giornata in cui i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale che ha risparmiato solo le linee aeree.
Papdemos ha in programma oggi un incontro con i leader dei partiti che sostengono il suo governo di unità: l'obbiettivo è raggiungere un consenso sull'entità dei tagli necessari richiesti dai creditori di Atene.

Kroes: Se la Grecia esce dall'Euro non muore nessuno - Segnali di impazienza da alcune autorità europee sulla Grecia. Se uscisse dall'area euro come se ne uscisse qualche paese «non morirebbe nessuno», ha affermato il commissario europeo alle nuove tecnologie, Neelie Kroes, al quotidiano olandese De Volkskrant. «Si dice sempre che se si lasciasse uscire un paese o se lo si cacciasse l'insieme della struttura (dell'euro) sprofonderebbe. Ma questo non è vero».
Il tutto mentre in Grecia non sono stati raggiunti gli obiettivi di risanamento dei conti né attuate tutte le riforme strutturali richieste da Ue e Fmi in cambio degli aiuti ricevuti. E con il paese che resta incapace di coprire le sue necessità finanziarie, i tre partiti politici che sostengono l'attuale governo ad interim, guidato dal premier tecnico Lucas Papademos, stentano a approvare misure di austerità supplementari richieste in cambio di un nuovo piano di aiuti.
Secondo la Kroes l'atteggiamento della politica greca «sta diventando un mantra 'Non possiamo, non vogliamo'». E «non c'è alcuna garanzia che la Grecia vada nella direzione giusta». Le riforme attuate «lasciano molto a desiderare» e ci voglio «prove di buona volontà» da parte di Atene. Intanto oggi ad Atene, dove per il terzo giorno si svolgono incontri tra Papademos e i leader politici per raggiungere una intesa, le attività si svolgono al rallentatore, causa un nuovo sciopero generale proclamato dai sindacati contro le misure di austerità.

Financial Times: Piano Ue prevede fondo di garanzia per i creditori - L'Europa chiede che il nuovo programma per la Grecia preveda un fondo per ripagare i creditori e riconosca ai nuovi finanziatori la libertà di trattenere gli aiuti senza rischiare un default caotico di Atene. E' questo il nuovo piano franco-tedesco che dovrebbe essere incluso nel nuovo programma di aiuti in discussione in questi giorni, riportato oggi dal Financial Times.
Stando a quanto riferito da una fonte europea, i leader dell'eurozona sono pronti ad accordare il nuovo prestito solo a condizione che venga creato questa sorta di «conto di garanzia». Il nuovo fondo garantirebbe il pagamento ai detentori delle obbligazioni, mentre il denaro necessario al governo di Atene potrebbe essere trattenuto qualora la Grecia non rispettasse gli impegni assunti per nuove riforme.
Un alto funzionario francese ha precisato che il piano ha il sostegno della Commissione europea e di diversi leader dell'eurozona, perchè «elimina la spada di Damocle del default» e tiene alta la pressione su Atene per le riforme.