20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Riforma del mercato del Lavoro

Lavoro, Monti prende tempo: l'Articolo 18 non nel dl liberalizzazioni

Dal Premier rassicurazioni anche al leader PD. Le ACLI incontrano la Fornero e propongono contratto prevalente. Fassina (Pd): Ok unità sindacati, no a incursioni sull'articolo 18

ROMA - Nel decreto liberalizzazioni l'articolo 18 non dovrebbe essere toccato, il presidente del Consiglio Mario Monti oggi avrebbe dato questa rassicurazione, anche al leader Pd Pier Luigi Bersani. Il Pd non aveva certo apprezzato quella bozza del decreto liberalizzazioni finita sui giornali nei giorni scorsi e Bersani avrebbe ribadito al premier che queste iniziative rischiano solo di complicare una trattativa che, invece, può essere avviata su binari giusti dopo la piattaforma unitaria messa a punto da Cgil-Cisl-Uil. I sindacati ora aspettano di essere riconvocati dal Governo.

Preoccupa la prova di forza dell'ex Premier sul caso Cosentino - «Monti ci aveva fatto un pensierino all'articolo 18 - dice un dirigente Pd - ma dopo il voto su Cosentino di ieri si muoverà con maggior cautela». La prova di forza offerta da Berlusconi, infatti, può essere un segnale di allarme per il presidente del Consiglio, la prova che Berlusconi può ancora controllare i voti del Pdl. A questo punto, è il ragionamento Pd, è sconsigliabile andare allo scontro frontale con i sindacati e dividere anche l'altro grande partito su cui può contare il Governo: meglio per Monti lavorare ad una intesa a partire dalla piattaforma dei sindacati e poter fare affidamento su un Pd compatto.
Ragionamenti che Monti avrebbe ascoltato limitandosi a spiegare che nel dl liberalizzazioni non dovrebbe esserci la norma tanto temuta sulle aziende che si fondono. Resta da capire se il premier proverà a riprendere la questione nella trattativa sul mercato del lavoro.

Le ACLI incontrano la Fornero e propongono contratto prevalente - Un contratto prevalente a tempo indeterminato per tutti i lavoratori dipendenti neoassunti, con i primi tre anni in cui è possibile la risoluzione del rapporto di lavoro, pena il pagamento di un'indennità crescente con l'anzianità lavorativa. Riduzioni degli oneri contributivi per le aziende che alla fine del triennio stabilizzano i lavoratori. E' la proposta di riforma del mercato del lavoro presentata questo pomeriggio dalle Acli al ministro del Lavoro delle Politiche sociali Elsa Fornero e sintetizzata da una nota delle stesse Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Restano in vigore, nel progetto delle Acli, le sole altre forme contrattuali del lavoro dipendente riconducibili all'apprendistato 'professionalizzante', alle assunzioni a termine per sostituzione, al lavoro stagionale e alla somministrazione di lavoro, al telelavoro e al contratto di stage. I contratti a collaborazione, per i quali va adottata la stessa aliquota contributiva del lavoro dipendente, sono utilizzabili solo per qualifiche e specializzazioni elevate, per una retribuzione non inferiore ai 30 mila euro annui. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, le Acli sollecitano uguali tutele per tutti i lavoratori, estendendo il trattamento di cassa integrazione e i contratti di solidarietà a tutti i settori produttivi e a tutte le tipologie contrattuali, prevedendo che le risorse necessarie derivino in parte dall'assicurazione obbligatoria e in parte da fondi di origine contrattuale gestiti dagli enti bilaterali.

Fassina(Pd): Ok unità sindacati, no a incursioni sull'articolo 18 - L'accordo raggiunto dai sindacati sulla riforma del mercato del lavoro è positivo, ora il governo deve evitare «incursioni sull'articolo 18» e aprire piuttosto un «confronto serio». Lo ha detto il responsabile economia del Pd Stefano Fassina: «E' un segnale molto positivo l'accordo tra Cgil, Cisl e Uil per una piattaforma unitaria da portare al confronto con il governo. Condividiamo la valutazione dei sindacati: per affrontare davvero la carenza e la precarietà di lavoro è necessario sgombrare il campo della discussione dai totem come l'art 18 ed evitare incursioni attraverso il pacchetto liberalizzazioni sulla regole del lavoro e sui contratti. E' necessario affrontare i nodi che frenano lo sviluppo, a cominciare dalle politiche industriali. Un confronto serio tra governo e sindacati consente di dar risposte eque e efficaci alle emergenze dell'Italia».