29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Venerdì 14 Ottobre, a Rivalta sul Mincio (MN)

Un convegno dei dottori agronomi e dottori forestali di Mantova fa il punto sulla questione Nitrati

La problematica nitrati e la sostenibilità ambientale nel mantovano: competenze, progettualità e professionalità dei dottori agronomi

MANTOVA - A pochi giorni dalla concessione da parte del Comitato Tecnico consultivo della Commissione europea della deroga richiesta dall’Italia in tema di nitrati, venerdì 14 Ottobre, a Rivalta sul Mincio (MN), l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Mantova, organizza un convegno dal titolo «La problematica nitrati e la sostenibilità ambientale nel mantovano: competenze, progettualità e professionalità dei dottori agronomi». Il convegno si svolge con il patrocinio della Federazione Regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali (FODAF) della Lombardia.
«La Direttiva Europea sui nitrati compie 20 anni – esordisce il presidente dell’Ordine di Mantova, Claudio Leoni – e per la sua attuazione in Italia, e in particolar modo in Lombardia, si sono emanate leggi, decreti, norme interpretative, definiti carichi zootecnici e zone vulnerabili. A supporto degli allevatori la Regione ha inoltre messo in campo importanti risorse economiche, consapevole dell’impatto di tali norme sulle aziende zootecniche. I dottori agronomi, dal canto loro, sono stati sempre impegnati a fianco degli allevatori per favorire il rispetto di tali norme, accompagnando le aziende nella pianificazione colturale, nel disbrigo delle pratiche burocratiche, nella predisposizione di progetti di adeguamento strutturale e nella richiesta di finanziamenti».

Durante il convegno si farà dunque il punto su una questione che continua ad essere di forte impatto sulla zootecnia lombarda, pur tenendo conto del recente innalzamento del limite di azoto da 170 a 250 chili per ettaro per anno nelle zone vulnerabili ai nitrati (Zvn). «La situazione non cessa di destare preoccupazioni – commenta Giorgio Buizza, presidente di FODAF –. Tuttavia siamo in presenza di un provvedimento positivo per l’intero sistema zootecnico dell’area padana, che ridarà fiducia alle oltre 4.400 aziende lombarde che secondo i precedenti parametri non risultavano conformi per quantità di azoto dei reflui rispetto alla superficie disponibile per lo spandimento. Peraltro l’Unione Europea richiede da tempo un adeguamento degli allevamenti e degli impianti per la tutela dell’acqua di falda e per un migliore equilibrio ambientale. Le soluzioni non sono certamente facili a causa dell’elevata vulnerabilità dei suoli della pianura padana e dell’alta concentrazione di allevamenti zootecnici».
Durante il convegno saranno presentati numerosi casi pratici al fine di evidenziare il ruolo essenziale del dottore agronomo, progettista e consulente, a supporto degli imprenditori agrozootecnici che si confrontano con il problema di adeguare i propri allevamenti ad una norma che, pur a fronte di provvedimenti di deroga, impone nel complesso forti limiti allo spandimento dei reflui zootecnici.

Per i dottori agronomi mantovani e lombardi l’applicazione della direttiva n. 91/676 costituisce la prima grande criticità dell’agricoltura professionale di pianura e potrebbe ancora causare a diverse aziende zootecniche, nel prossimo futuro, problemi di portata ben maggiore rispetto all’annosa vicenda delle quote latte.
«Sarà certamente essenziale – afferma Buizza - il ruolo che le istituzioni regionali e nazionali sapranno svolgere in sede comunitaria al fine di consentire la necessaria gradualità nell’applicazione della direttiva. Tuttavia, sul fronte dell’iniziativa privata, è fondamentale approntare in tempi rapidi progetti di razionalizzazione nel trattamento e nello spandimento dei reflui, che risulteranno efficaci solo se concepiti in un’ottica comprensoriale e non limitati a singole aziende».

In tutto questo il ruolo dei professionisti della consulenza al settore primario sarà fondamentale. «L’auspicio – conclude Claudio Leoni – è che i risultati di questo convegno apportino un ulteriore contributo tecnico-scientifico alla questione e, nel contempo, evidenzino l’indispensabile operato dei dottori agronomi, attori fondamentali quando si tratta di risolvere problemi complessi quali quello del riutilizzo agronomico degli effluenti zootecnici e del cosiddetto digestato proveniente da impianti di biogas. Non dimentichiamo, infine, che i dottori agronomi rappresentano un riferimento fondamentale per gli amministratori locali che intendono affrontare e monitorare l’impatto ambientale degli allevamenti zootecnici sul proprio territorio».