19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
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Scoperto il corresponsabile della mucca pazza

La scoperta è stata realizzata da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l'IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova.

MILANO - È il glicolipide GM1, un grasso, ad aumentare la probabilità che la proteina prionica nativa (sana) assuma conformazioni alterate irreversibili che causano malattie neurodegenerative come il morbo di Creutzfeldt-Jakob, comunemente noto come «morbo della mucca pazza» e la sindrome dell'insonnia fatale. Lo rivela uno studio dell'Università di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista PLoS ONE.

La scoperta è stata realizzata da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l'IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova.

Lo studio, inoltre, conferma le nuove teorie scientifiche, secondo le quali non è sufficiente la sola proteina prionica mutata per generare l'infezione, ma sono necessari dei cofattori, attribuendo al glicolipide GM1 un ruolo chiave di «seme» nella trasformazione della proteina nella sua versione «tossica», denominata Scrapie.

«All'inizio di questo lavoro - spiega Paola Palestini, professore associato di Biochimica nell'Università di Milano-Bicocca e coordinatore della ricerca - avevamo molti indizi sul ruolo del glicolipide GM1, ottenuti con tecniche di microscopia confocale e immunoanalisi. Ora, sappiamo che il GM1, interagendo con il prione sano nei lipid rafts, fa aumentare la probabilità di trasformazione in forma «tossica» nel caso di infezione con la proteina prionica misfolded».

Lo studio - portato avanti da Laura Botto, Diana Cunati, Silvia Coco, Silvia Sesana, Alessandra Bulbarelli, Emiliano Biasini, Laura Colombo, Alessandro Negro, Roberto Chiesa, Massimo Masserini e Paola Palestini - è stato finanziato da Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) e dal Fondo di Ateneo per la Ricerca (FAR).