Errani: «Non garantiremo più i trasporti, troppi tagli»
Il Presidente della Conferenza delle Regioni: «Porteremo al governo contratti, non vogliamo essere responsabili. Il Governo mette le mani in tasca ai cittadini»
ROMA - «Non accettiamo di essere noi i responsabili dei tagli così gravi che ci saranno su servizi ai cittadini. Per questo nelle prossime settimane porteremo al governo i contratti su trasporto pubblico locale e chiederemo a governo di dire ai cittadini cosa si taglia, non vogliamo essere noi i responsabili sui tagli ai cittadini». Lo ha detto il Vasco Errani, presidente della conferenza delle regioni al termine dell'incontro a Palazzo Chigi, tra le autonomie locali e l'esecutivo.
«Ci troveremo di fronte ad una riduzione sostanziale di oltre il 70% - ha aggiunto Errani - ciò che sta uscendo dagli ultimi emendamenti della manovra è lontanissimo dalla possibilità di costruire una risposta vera ai problemi del Paese».
Errani: «Il Governo mette le mani in tasca ai cittadini» - Dall'incontro con il governo non abbiamo avuto «alcuna risposta, il nostro è quindi un giudizio fortemente negativo».
«Il peso della manovra è drammaticamente sproporzionato ed è tutto a carico delle autonomie locali e delle regioni - ha aggiunto Errani - siamo di fronte ad un taglio reale sul sistema territoriale tanto che ormai non siamo più in grado di garantire le funzioni di governo».
Tagliando i servizi «si mettono le mani in tasca ai cittadini - ha concluso Errani - partendo dagli strati più deboli».
«Aprire subito un confronto sui tagli» - «Siamo pronti ad aprire un confronto rapidissimo con il Governo, siamo pronti a fare la nostra parte ma basta con norme vessatorie tali per cui ai piccoli comuni si dice pure a che ora bisogna riunirsi».
«Siamo al paradosso - ha aggiunto Errani - il federalismo fiscale con questa manovra è morto, è arrivato il momento di fare chiarezza, che i cittadini sappiano come stanno esattamente le cose».
«Il governo dica quale sarà l'esito sulla Sanità - ha concluso - siamo di fronte ad un taglio di oltre 7 miliardi di euro, così le regioni diventeranno grandi Asl a rischio default. Non è possibile fare finta di niente».