19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Bankitalia chiede di alzare a 65 anni l'età pensionabile

Cgil: «Pensioni a rischio per migliaia di lavoratori»

Quelli coinvolti nei processi di mobilità. Camusso: «Sulle pensioni è stato fatto un golpe». Bonanni: «Soluzione sgradevole e non equa». Uil: «Intervento inaccettabile»

ROMA - «La norma pensionistica introdotta nel vertice di ieri di Villa San Martino, oltre che iniqua e discriminatoria, se non sarà cancellata, metterà a rischio il futuro di migliaia di lavoratori coinvolti in processi di mobilità sapendo di poter contare sulle pensioni di anzianità».
E' quanto afferma la Cgil in una nota della segreteria nazionale. La norma sulle pensioni introdotta nella manovra, infatti, spiega la Cgil, «renderà inapplicabili gli accordi di riorganizzazione dei grandi gruppi industriali e di servizi, sottoscritti dallo stesso governo, come, ad esempio, per Alitalia, Telecom, Finmeccanica e Fiat». Inoltre, prosegue la nota, «metterà a rischio anche la tenuta dei fondi di accompagnamento aziendale utilizzati per la mobilità e l'incentivazione, come, ad esempio quelli per le banche, le ferrovie e le Poste». Questo, conclude la nota della Cgil, «rappresenta una ulteriore ragione per mobilitarsi e aderire allo sciopero generale proclamato per il prossimo 6 settembre contro una manovra iniqua, discriminatoria e con tratti di incostituzionalità».

Camusso: «Sulle pensioni è stato fatto un golpe» - «Sulle pensioni è stato fatto un golpe, della cui gravità non ci si è resi del tutto conto». È durissimo il giudizio del leader della Cgil, Susanna Camusso, sulle modifiche alla manovra economica decise ieri durante il vertice di maggioranza.
Nel corso della conferenza stampa, Camusso ha spiegato che fra i lavoratori e il popolo della «rete», soprattutto quello più giovane, c'è comunque piena consapevolezza della gravità della decisione assunta dalla maggioranza. Secondo il leader della Cgil, la norma relativa al servizio di leva «c'è una discriminazione di genere e di condizione». La norma sul riscatto della laurea «è ancora più tragica - ha proseguito Camusso - chi dice che tutte queste persone hanno pagato soldi inutilmente per il riscatto della laurea e che andranno in pensione a 70 anni alle stesse condizioni di nove anni prima». Il numero uno della Confederazione di corso d'Italia ha aggiunto che «il messaggio del Governo è che non ci si può fidare dello Stato e che non vale la pena studiare. È un'ipotesi costruita per dire al paese non fidatevi delle istituzioni e del funzionamento dello Stato».
Camusso è convinta che le modifiche alla manovra in materia di pensioni «determineranno un contenzioso infinito. Questa è una certezza». Il segretario generale della Cgil ha sottolineato che «siamo di fronte a una discriminazione e a una violazione di uguali diritti e condizioni».
Camusso ha parlato inoltre di «manovra classista» e di «vendetta» contro quelli che la pensano diversamente dal governo, a partire dal sistema cooperativo. «Mi auguro - ha concluso - che nessuno dica che è una manovra per la crescita. Avrà un effetto depressivo e il sospetto è che si colpiscano tutti i settori che hanno avuto una opinione diversa da quella del governo».

Cisl pronta alla mobilitazione sulle pensioni - La Cisl è pronta alla mobilitazione contro la norma su pensioni e riscatto della laurea contenuta nella manovra. Lo afferma la segreteria confederale in una nota che «giudica inaccettabile e fortemente iniquo il provvedimento previsto dalla manovra in materia di pensioni in quanto discriminatorio nei confronti dei lavoratori che hanno pagato di tasca propria il riscatto della laurea sulla base delle norme vigenti, azzerando di fatto anche i contributi del servizio militare».
«La Cisl - conclude la nota - sollecita dunque il Governo a ritirare questo provvedimento dalla manovra, ed a sostegno della rivendicazione la Cisl deciderà nelle prossime ore iniziative di protesta e di mobilitazione».

Bonanni: «Soluzione sgradevole e non equa» - «La partita non può chiudersi così. Il Governo e il Parlamento devono sforzarsi di ricercare il massimo di equità e di consenso in questa manovra. Per salvare i giocatori di calcio e i redditi alti dal contributo di solidarietà è sbagliato penalizzare chi ha riscattato con i propri soldi la laurea e il servizio militare. Questo non va bene. Non è una operazione equa». E' quanto dichiara il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
«Noi riteniamo che sia più equo far pagare qualcosina in più a chi possiede di più e guadagna di più - prosegue Bonanni in una nota - la manovra non può non tener conto della graduatoria sociale del nostro paese. Siamo perfettamente consapevoli che bisogna stringere la cinghia e ridurre la spesa pubblica. Ma proprio per questo c'è bisogno di maggiore equità nei provvedimenti previsti. Non si può pensare di risparmiare quelli che guadagnano di più e colpire i lavoratori dipendenti, peraltro con una soluzione sgradevole, non prevista e comunicataci all'ultimo momento. Il Governo deve ripensarci e la Cisl farà di tutto per farglielo capire».

Uil: «Intervento inaccettabile» - La Uil valuta «negativamente» alcune delle modifiche apportate alla manovra economica a seguito del vertice di maggioranza svoltosi nella serata di ieri. In particolare, la Uil aveva chiesto di anteporre la riduzione dei costi della politica a qualunque altro provvedimento che avesse impatto sui singoli cittadini. La decisione di affidare ad una legge costituzionale l'eliminazione delle Province e il dimezzamento dei parlamentari contraddice quella necessità. La Uil, inoltre, «considera inaccettabile l'ennesimo intervento sul sistema pensionistico».
Così, infatti - spiega il sindacato in una nota - «una parte di lavoratori, dopo aver accumulato 40 anni di contribuiti, è costretta a proseguire nella sua attività senza alcun vantaggio in termini di miglioramento delle proprie condizioni previdenziali. E' altresì inaccettabile questo provvedimento perché, ancora una volta, si preferisce «fare cassa» andando ad incidere sulle pensioni piuttosto che aumentando l'imposizione fiscale sui grandi patrimoni immobiliari come, peraltro, proposto dalla Uil». La Uil, infine, ritiene che sia necessario, non solo apportare modifiche a queste scelte, ma anche anticipare l'attuazione della delega fiscale.

Ugl: «Basta interventi sulle pensioni» - «Non si può intervenire sempre sulle pensioni per rimpinguare le casse dello Stato». Così Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, commenta la proposta di non tenere più conto degli studi universitari e del servizio militare nel calcolo degli anni di contributi versati.
«Con questa misura - evidenzia il sindacalista - non si farà altro che scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori i costi della correzione dei conti pubblici, causando un danno economico inaccettabile a coloro che hanno già pagato o stanno versando le rate per riscattare questi anni, danno particolarmente gravoso per le tante persone in mobilità che già si trovano ad affrontare una situazione difficile».
«Anche per protestare contro questa proposta - conclude il sindacalista -, il primo settembre saremo con Cisl e Uil davanti al Senato. Non è con provvedimenti di questo tipo che si raggiungono quegli obiettivi di equità e giustizia sociale che sono imprescindibili, soprattutto in un momento come quello attuale in cui i ceti medio-bassi sono stati già duramente colpiti dalla crisi».

Fiom: «Decisioni del Governo inaccettabili e odiose» - Le decisioni del Governo sulle pensioni di anzianità e sul cosiddetto contributo di solidarietà sono «inaccettabili e odiose». Lo afferma la Fiom-Cgil in una nota.
«Il Governo - si legge - ha trovato la sua unità facendo cassa sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei giovani. Oltre a cancellare per legge i contratti nazionali e a dare alle imprese la libertà di licenziare, l'accordo che la maggioranza ha raggiunto al suo interno sulle modifiche alla manovra viene fatto pagare interamente alle lavoratrici e ai lavoratori, cancellando il minimo contributo che era stato chiesto agli alti redditi e colpendo le pensioni di anzianità».
«Infatti- evidenzia la Fiom - non vengono riconosciuti gli anni di servizio prestati col servizio militare, né quelli riscattati per la laurea, prima utili ai fini del calcolo dei 40 anni necessari per la pensione di anzianità. Ciò comporterà, nei fatti, l'allungamento del periodo lavorativo e, in alcuni casi, la cancellazione della pensione di anzianità con pesanti conseguenze sui lavoratori e sulle prospettive di occupazione dei giovani. Vengono, inoltre, messe a rischio le tante intese raggiunte nelle aziende in crisi sulla collocazione in mobilità volontaria come accompagnamento alla pensione».
«Una ragione in più - conclude la nota - per scioperare contro una manovra che è profondamente iniqua nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori».

Bankitalia: «Alzare a 65 anni l'età pensionabile delle donne nel privato dal 2012» - Portare a 65 anni, già nel 2012, l'età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato. E' questo il suggerimento che arriva dal vicedirettore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in occasione di un'audizione al Senato sulla manovra bis.
«Si potrebbe altresì anticipare - ha detto Visco - l'incremento dell'età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 a 65 anni (l'avvio del processo potrebbe essere già a gennaio del 2012 quando alle lavoratrici del pubblico impiego si applicherà il requisito dei 65 anni)». Anche perchè «l'intervento assicurerebbe risparmi non trascurabili dal 2013 e crescenti negli anni successivi».
Visco ha poi ricordato che «negli scorsi anni la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi», ma «va tuttavia considerata la possibilità di completare il processo di riforma del sistema pensionistico, correggendo le disparità di trattamento ancora esistenti tra diverse categorie di lavoratori».
Inoltre, «si potrebbe prevedere un ulteriore graduale aumento delle 'quote' per l'accesso alla pensione di anzianità (date dalla somma degli anni di contribuzione e di età)», ha concluso.