19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Pressione fiscale record nel 2014: 44,5%. necessario abolire province

I dubbi di Bankitalia sulla Manovra: «Effetti restrittivi»

Bankitalia: «Modifiche non aumentino peso fisco: c'è il rischio della stagnazione. Eventuali cambiamenti dovrebbero andare verso la riduzione del peso degli aumenti delle entrate»

ROMA - In un quadro che «resta ancora estremamente incerto» potrebbe prefigurarsi una crescita del Pil «inferiore al punto percentuale» nel 2011 e «ancora più debole nel 2012». A lanciare l'allarme è il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso di un'audizione sulla manovra economica al Senato.
La debolezza della crescita economica, nel 2011 e nel 2012, «si rifletterebbe inevitabilmente sui conti pubblici» rendendo «più difficile - ha sottolineato Visco - il pareggio del bilancio e rallentando la flessione del peso del debito pubblico».
Secondo il vicedirettore generale della Banca d'Italia, «nell'attuale contesto, in cui i costi di un eventuale scostamento rispetto agli obiettivi sono molto elevati, l'entità complessiva dell'aggiustamento dei conti programmato non può quindi essere ridotta». E, nel prossimo biennio, «si dovrà attentamente monitorare l'efficacia delle misure ai fini del conseguimento puntuale degli obiettivi indicati dal governo», ha concluso.

«Il risanamento frena la crescita ma non ci sono alternative» - Il risanamento dei conti pubblici per il pareggio di bilancio nel 2013 «rallenterà la crescita ma non ha alternative. Ogni altro scenario - ha aggiunto - condurrebbe a risultati più traumatici per il nostro paese».

«Rischio stagnazione, il calo del debito può frenare» - L'economia rischia di entrare in «una fase di stagnazione» e il calo del debito pubblico potrebbe quindi rallentare.
«L'aggiustamento dei conti - ha detto Visco - necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull'economia. La crescita del commercio mondiale difficilmente tornerà nei prossimi anni sugli elevati livelli precedenti la crisi. Rischiamo quindi - ha sottolineato - una fase di stagnazione, che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul Pil».

Per cambiare la manovra più crescita e meno fisco - La manovra bis può essere cambiata con più misure per la crescita economica e riducendo il peso dell'intervento fiscale.
«Eventuali cambiamenti - ha detto Visco - nella struttura della manovra dovrebbero andare nella direzione di ridurre il peso degli aumenti delle entrate, accrescere il ruolo delle misure strutturali, minimizzare gli effetti negativi sul prodotto, contenere l'incertezza circa l'attuazione di alcune misure (quali la delega fiscale e assistenziale e le modalità con cui verrà esercitata la relativa clausola di salvaguardia)».

Pressione fiscale nel 2014 al 44,5%, è record - Pressione fiscale a livelli record nel 2014. A calcolarlo è il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che ha avvertito: «la pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e nel 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%».
E «tale livello sarebbe ancora maggiore - ha aggiunto - se gli enti decentrati compensassero, anche solo in parte, la riduzione dei trasferimenti statali con un aumento dell'imposizione a livello locale. Di contro, l'impatto sul prelievo verrebbe mitigato qualora, come indicato dal governo, almeno una parte dell'aggiustamento connesso con l'esercizio della delega fosse realizzato sul lato della spesa».

«Contro l'evasione fiscale misure più incisive» - La manovra bis dovrebbe avere misure più incisive contro l'evasione fiscale. Lo ha sottolineato il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, durante un'audizione in commissione Bilancio al Senato.
«Interventi più incisivi - ha affermato - consentirebbero di ridurre il peso dell'aggiustamento sui contribuenti che rispettano le norme».
«L'evasione fiscale - ha spiegato il vicedirettore di Bankitalia - continua a essere un fenomeno rilevante: il valore aggiunto sommerso è quantificato nelle statistiche ufficiali in quasi un quinto del prodotto. Le misure incluse nel decreto sulla riduzione del limite per l'utilizzo del contante e, in misura contenuta, sull'attività di accertamento e su talune sanzioni, vanno nella giusta direzione».
«Nell'immediato - ha proposto Visco - si potrebbe ulteriormente abbassare la soglia per l'uso del contante». Per il medio termine si potrebbe «favorire un maggior uso della moneta elettronica per le spese delle famiglie, accelerare la condivisione delle informazioni tra le diverse amministrazioni, potenziare - ha concluso - gli attuali strumenti di misurazione induttiva del reddito (redditometro e spesometro) e gli studi di settore (prevedendo aggiornamenti annuali e sostituendo il riferimento ai ricavi o ai compensi con quello al valore aggiunto)».

«Usare l'aumento dell'Iva per ridurre il cuneo fiscale» - «Il cuneo fiscale può essere alleggerito aumentando l'Iva. La composizione del prelievo fiscale - ha detto - può essere modificata in modo da renderla più favorevole alla crescita. C'è spazio, ad esempio, per alleggerire il cuneo fiscale riducendo le aliquote contributive non pensionistiche».
«Attualmente - ha spiegato Visco - la somma delle aliquote riferite alla Cassa unica assegni familiari e all'indennità di maternità è pari a circa l'1%, con introiti per il bilancio dello Stato dell'ordine di 7 miliardi. La fiscalizzazione di questi contributi per tutti i lavoratori potrebbe essere compensata da un aumento del prelievo sugli immobili oppure dell'Iva».
Questa ricomposizione del bilancio pubblico, ha concluso il vicedirettore di Bankitalia, «determinerebbe un incremento del prodotto, nell'arco di un triennio, stimabile in 0,3-0,4 punti percentuali, principalmente grazie alla dinamica più sostenuta delle vendite all'estero indotta dal miglioramento della competitività del sistema produttivo».

Alzare a 65 anni l'età pensionabile delle donne nel privato dal 2012 - Portare a 65 anni, già nel 2012, l'età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato.
«Si potrebbe altresì anticipare - ha detto Visco - l'incremento dell'età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 a 65 anni (l'avvio del processo potrebbe essere già a gennaio del 2012 quando alle lavoratrici del pubblico impiego si applicherà il requisito dei 65 anni)». Anche perchè «l'intervento assicurerebbe risparmi non trascurabili dal 2013 e crescenti negli anni successivi».

Ok all'articolo 8 ma serve un'adeguata disciplina del mercato del lavoro» - L'articolo 8 della manovra bis «persegue la finalità condivisibile di rafforzare la contrattazione aziendale e territoriale», ma «la contrattazione non può tuttavia sostituirsi a un'adeguata disciplina normativa».
«La valorizzazione della contrattazione aziendale con il consenso delle parti sociali e l'eliminazione di tutte le incertezze applicative sono obiettivi da perseguire», ha detto Visco.
Inoltre «le tutele dei rapporti di lavoro e il sostegno alle persone senza un impiego devono essere coerenti tra loro e volti a facilitare i processi di riallocazione dei lavoratori tra imprese e settori, superando l'attuale segmentazione del mercato del lavoro. La fluidità del processo di riallocazione è condizione essenziale per assecondare la trasformazione dell'economia italiana e sospingerne la crescita», ha concluso.

«La lettera della Bce è pubblicabile» - La lettera della Bce inviata al governo italiano può essere pubblicata e la Banca d'Italia non ha nulla in contrario. Lo ha sottolineato il vicedirettore generale di Via Nazionale, Ignazio Visco, nel corso di un'audizione in commissione Bilancio al Senato. «La Banca d'Italia - ha detto - non ha niente contro la pubblicazione della lettera», che è stata inviata dalla Banca centrale europea all'inizio di agosto per indicare alcune misure da prendere contro la crisi.

«Ancora troppo elevati gli spread» - «Nonostante l'anticipo dell'obiettivo del pareggio del bilancio al 2013 e la correzione decisa dal governo, i differenziali nei rendimenti tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi sono ancora molto elevati, anzi troppo».