19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Politica economica

Manovra, UIL: forti criticità

L’azione sindacale esercitata dalla nostra Organizzazione ha consentito di limitare i danni per quel che riguarda il capitolo delle pensioni

ROMA - La Segreteria nazionale della Uil, pur esprimendo responsabile consapevolezza circa la necessità di condividere l’obiettivo di riduzione del deficit, individua forti criticità nell’ambito della manovra varata dal Governo e approvata dal Parlamento.
L’azione sindacale esercitata dalla nostra Organizzazione ha consentito di limitare i danni per quel che riguarda il capitolo delle pensioni, con particolare riferimento alla questione della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici. La soluzione individuata è decisamente meno iniqua della precedente e salvaguarda i pensionati collocati nella fascia bassa e in quella media. Riteniamo sbagliati gli altri provvedimenti in materia previdenziale che costituiscono l’ennesimo intervento volto a fare cassa su un sistema ormai in equilibrio e che, per funzionare al meglio, avrebbe invece bisogno di stabilità e certezze.
Restano invece del tutto incompiuti i capitoli relativi alla riforma fiscale e ai costi della politica.

La Uil si è battuta perché fosse avviata una riforma fiscale capace di riequilibrare il peso sui diversi redditi attraverso una sensibile riduzione delle tasse sul lavoro, anche tramite il riconoscimento di un bonus per i figli a carico. La manovra, con il previsto taglio delle detrazioni, rischia invece di aumentare la pressione fiscale proprio sui lavoratori dipendenti e pensionati e, per questo, chiediamo al Parlamento e al Governo che venga al più presto approvata la riforma del sistema fiscale. Questi obiettivi per la Uil sono irrinunciabili. Le nostre proposte prevedono un riequilibrio del carico fiscale compatibile con il pareggio di bilancio. Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per trasformare le intenzioni in atti legislativi. Per la Uil la riforma fiscale è la questione fondamentale nel rapporto tra i cittadini e lo Stato.

Altrettanto inaccettabile è la mancanza di tagli veri ed effettivi ai costi della politica. Non si possono chiedere ai cittadini pesanti sacrifici senza dare un segno della compartecipazione da parte della classe politica a questo progetto di risanamento del Paese. Sarebbe un bel segnale, anche per la comunità internazionale, se il Parlamento con la stessa celerità con cui ha approvato la manovra, riducesse i propri costi del 30%. Un taglio ai costi della politica, tuttavia, non dovrebbe limitarsi ad una pur importante testimonianza, ma dovrebbe interessare tutti i costi di funzionamento di tutte le Istituzioni, assembleari e di governo, e ad ogni livello territoriale. Abbiamo fatto proposte in questa direzione come, ad esempio, l’accorpamento delle aziende di servizi per i comuni al di sotto dei 50mila abitanti, l’aggregazione dei comuni con meno di 5mila abitanti, l’abolizione delle province, etc. Ciò consentirebbe di ottenere considerevoli risparmi tali da incidere positivamente sul bilancio dello Stato.

Infine, resta la forte contrarietà delle categorie dei lavoratori del pubblico impiego ulteriormente penalizzati dal blocco della contrattazione nazionale. Sarebbe possibile, eliminando i vincoli normativi che ne ostacolano la dinamica, avviare almeno la contrattazione integrativa sulla base dei risparmi da realizzare nella pubblica amministrazione. I lavoratori del settore potrebbero ottenere un risultato economico importante legato alla produttività e al merito, senza che vi siano aumenti di spesa ma in virtù di una razionalizzazione dei costi.

La Segreteria nazionale della Uil, dunque, ritiene che sia necessario mettere in campo tutte le iniziative utili a determinare una modifica di questa complessiva condizione. Occorre far crescere nel Paese la necessaria mobilitazione per realizzare gli obiettivi della riforma fiscale, della riduzione dei costi della politica e della modernizzazione della Pubblica Amministrazione.
Già a partire dal mese di settembre, sarà avviato un percorso che coinvolgerà tutti gli organismi dell’Organizzazione sindacale e che, in mancanza di risultati, si estenderà a iniziative di mobilitazione di tutti i lavoratori.