26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
La crisi del debito

Tensione sull'Europa, forti pressioni sui titoli di Stato Italiani

Ma la settimana inizia male anche per gli Usa. Milano -3,06%

ROMA - Inizia male per tutti la settimana sui mercati. Per l'Italia, che se sperava in qualche premio per l'approvazione in tempi da record della manovra sui conti pubblici ha ricevuto come risposta una nuova ondata di vendite su titoli di Stato e Borsa, tanto da spedire a nuovi massimi i rendimenti dei Btp decennali e facendo crollare di oltre il 3 per cento gli indici di Milano. E' iniziata male in generale per tutta l'Europa, che lungi dall'esser riuscita a rassicurare con l'ultima tornata di stress test sulle banche - simulazioni di resistenza che dovevano servire a certificarne la solidità - ha invece assistito ad una nuova ondata di debolezze, spesso concentrate proprio nel settore bancario mentre continuano ad incombere incognite su quello che resta l'epicentro della sua crisi debitoria, la piccola Grecia.

Sono calate nuovamente con forza tutte le piazze europee, tra continue tensioni sui rischi di debito, mentre si teme che da Atene - oggi peraltro paralizzata da uno sciopero dei tassisti - la crisi debitoria finisca per contagiare altri paesi. Londra ha chiuso con un meno 1,55 per cento, Parigi al meno 2,04 per cento, Francoforte meno 1,55 per cento. A Milano il Footsie-Mib ha lasciato sul terreno il 3,06 per cento, mentre le tensioni sui rischi di debito si sono fatte ancora sentire in termini di aumenti dei rendimenti richiesti alle emissioni italiane già scambiate sul mercato: oggi sui Btp decennali i tassi retributivi sono tornati sopra la soglia psicologica del 6 per cento, fino al 6,03 per cento.

Questo ha portato a nuovi ampliamenti del differenziale (spread) di rendimento rispetto ai titoli equivalenti della Germania, i Bund che fanno da riferimento per tutte le emissioni pubbliche nell'area euro. Lo spread Btp-Bund è risalito fino a 337 punti base: materialmente significa che per trovare acquirenti disposti ad assumersene il rischio, le emissioni italiane già in circolazione devono offrire un rendimento di 3,37 punti percentuali superiori alle tedesche. Su questo tipo di titoli i rendimenti risultano da un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: se questo cala, magari depresso da vendite, i rendimenti aumentano. Ad accentuare questi movimenti anche i ridotti volumi che spesso si registrano sui mercati in questi giorni.