20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Censimento agricolo ISTAT

Gardini (Fedagri): Il bicchiere è mezzo vuoto

«Incoraggiante la crescita dimensionale delle imprese registrata nell’ultimo decennio, ma continua a preoccupare la contrazione del numero degli operatori attivi»

ROMA – «La fotografia scattata dal censimento agricolo dell’Istat ci sembra si possa giudicare un bicchiere mezzo vuoto che rappresenta anche un campanello d’allarme, perché il settore agricolo è a rischio di un ulteriore ridimensionamento». Lo ha affermato il presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini anche a nome dei presidenti Giovanni Luppi di Legacoop Agroalimentare e Giampaolo Buonfiglio di Agci Agrital, oggi nel suo intervento in occasione della presentazione dei risultati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura dell’Istat.
«Se da un lato c'è un aumento della dimensione media della superficie delle aziende agricole, dall'altro lato c'è un 51,1% di imprese la cui estensione arriva a soli 2 ettari e un processo di ricambio generazionale ancora incompiuto. Più di un’impresa su 2 è a rischio di non sopravvivere alle sfide del mercato e all’elevata competitività sul piano interno ed internazionale».

«Il sottodimensionamento – aggiunge Gardini – resta il peggior nemico delle imprese agricole italiane, fattore che le relega ad un destino di marginalità e che va combattuto accompagnando le imprese a crescere in dimensioni. Non dobbiamo correre il rischio di ritrovarci tra dieci anni di fronte ad un ulteriore loro ridimensionamento con solo 900.000 imprese sul mercato».
«Da sempre ribadiamo anche alle nostre cooperative, che sono i produttori a doversi attivare aggregandosi e avviando processi di fusione - spiega Gardini – ma è un dovere delle istituzioni, sia nazionali che comunitarie, elaborare proposte concrete e di prospettiva capaci di agevolare tali processi di crescita, per rendere le imprese agricole più forti e le nostre filiere più strutturate. Stiamo vivendo proprio in questi giorni una situazione di crisi del settore dell'ortofrutta che dimostra la necessità di fare sistema e che da sola l'agricoltura non ce la puo' fare se non accompagnata anche da una politica che intervenga prevenendo anche le crisi perché la nostra è una fabbrica a cielo aperto che non consente sempre una programmazione».

«Molto va ancora fatto – ribadisce Gardini – a livello nazionale sarebbe opportuno introdurre misure di tipo fiscale che agevolino la stipula di contratti di affitto dei terreni agricoli, così come sarebbe necessario che l’Europa predisponga una Pac lungimirante basata sull’aggregazione dell'offerta produttiva, la concentrazione, oltre che su una programmazione produttiva e commerciale, per ripristinare l’equilibrio tra diversi attori della filiera, dove i produttori devono recuperare un ruolo da protagonisti nei confronti della grande distribuzione».
«I dati dell’Istat – conclude Gardini - siano uno stimolo per tutti, organizzazioni e istituzioni, per lavorare insieme a ricostruire una prospettiva di sviluppo per l’agricoltura italiana nella consapevolezza che se ci si culla nella convinzione che piccolo è bello, questo rappresenta un limite se si devono affrontare i giganti che operano nei mercati esteri».