21 gennaio 2025
Aggiornato 03:30
Pronto allo sbarco a Francoforte

«Draghi talento di prima grandezza, eredità difficile»

Benvenuto del Wall Street Journal al capo in pectore della Banca centrale europea

NEW YORK - Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi è pronto allo sbarco a Francoforte alla guida della Banca Centrale Europea in ottobre, un risultato che sembra ormai «certo,» e il Wall Street Journal dà il benvenuto al probabile successore di Jean-Claude Trichet con un editoriale intitolato «L'ascesa di Draghi». Ci è voluto secondo il quotidiano un processo di selezione fatto di «mercato delle vacche politico e gioco nazionalistico a far la voce grossa», ma alla fine l'ha spuntata «un talento di prima grandezza». Al quale ora il Journal propone una lista di cose da fare subito per «stabilizzare l'eurozona in difficoltà che eredita».

Prima di tutto c'è la questione della continuità con la politica di salvataggio dei paesi più indebitati seguita da Trichet, una linea appoggiata dai grandi paesi dell'area euro e che inizialmente Draghi sarà quasi costretto a seguire. La banca che presiederà è proprietaria di «77 miliardi di euro di titoli tra i peggiori del debito sovrano dell'eurozona», acquistati sotto la presidenza Trichet, ed è creditrice di 100 miliardi con le banche irlandesi. Più il pacchetto di salvataggio da 110 miliardi di euro per la Grecia, che secondo il Journal «non sta funzionando». Ma poi Draghi dovrà riportare la Bce all'autonomia dal potere politico: «Che abbia la convinzione e l'autorità di tener testa a Parigi, Berlino e Roma è da vedere. Ma il futuro dell'euro potrebbe ben dipenderne», osserva secco il giornale.

Prove dure in arrivo per Draghi anche sul fronte della politica monetaria. «L'inflazione è in ripresa in tutto il continente», e il nuovo presidente potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di alzare i tassi. E se i governi protestassero contro i rischi per la crescita economica? Paure malposte, secondo il quotidiano dei mercati finanziari, per il quale Draghi la pensa anche lui così: «I tassi d'interesse negativi degli ultimi due anni non hanno migliorato le prospettive di crescita delle economie meno dinamiche», aveva detto a febbraio il governatore. Un modo per dire che ai paesi della periferia dell'euro servono riforme, non tassi zero, per far crescere l'economia. Riforme che per il Journal Draghi ha saputo fare al Tesoro italiano, dove ha presieduto alla privatizzazione di un patrimonio equivalente al 10 per cento del pil. Percorso in discesa quindi per il nuovo probabile capo della Bce? Niente affatto, secondo il Journal. Il vero problema che dovrà affrontare sarà la ristrutturazione del debito sovrano, passo che finora la Bce ha rifiutato: «Una posizione sempre più surreale».