28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Lattiero caseario

Volano i formaggi Grana all’estero (+33%)

Zani: è un momento importante per queste nostre produzioni tipiche; dobbiamo lavorare per consolidare questa tendenza

MANTOVA - Volano le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, che fanno segnare un aumento record del 33 per cento. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti relativa allo scorso mese di gennaio, dalla quale si evidenzia un risultato estremamente positivo per questi formaggi che costituiscono la tipicità su cui lavora la zootecnia lattiera mantovana.

«Sono i formaggi più amati – afferma il presidente della Coldiretti virgiliana, Gianluigi Zani – ma anche più imitati o contraffatti all’estero. L’aumento dell’export si inserisce in un trend positivo che già nel 2010, con un più 26 per cento, ha posto in evidenza i nostri formaggi. Occorre quindi non demordere sul piano della qualità al fine di consolidare un andamento che dà prospettive alle imprese lattiere della nostra provincia e della pianura padano-veneto-emiliana»

L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela delle denominazioni. Il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano sono i formaggi italiani più copiati nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, e perfino il Pamesello in Belgio e il Parmezan in Romania. «Sul mercato europeo – sottolinea il presidente Zani – i nostri formaggi sono protetti contro le imitazioni dal regolamento che tutela le denominazioni d’origine, consentendo di intervenire giuridicamente, ma è necessario intensificare i controlli».

Il problema non riguarda solo i formaggi ma l’intero made in Italy agroalimentare colpito dalla crescente pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. All'estero, secondo stime della Coldiretti - sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro, con un mercato delle imitazioni che vale 50 miliardi.