8 maggio 2024
Aggiornato 02:00
Dossier sulla finanza pubblica pubblicato dal Sindacato

Cgil: Tremonti mente, in arrivo maximanovra da 35-40 mld

Camusso: «Necessaria per rimanere in UE con il nuovo patto di stabilità. Da 2015 rischio manovre da 40 miliardi l'anno per calo debito»

ROMA - Giulio Tremonti «mente sapendo di mentire» e «nasconde» l'arrivo di maximanovre da 35-40 miliardi. È l'accusa lanciata dalla Cgil al ministro dell'Economia in un dossier sulla finanza pubblica realizzato in vista dello sciopero generale del 6 maggio. Tremonti, secondo Corso Italia, «camuffa i conti pubblici, consola gli italiani dicendo che ci sono altri paesi che stanno peggio di noi, i suoi collaboratori sbagliano anche le previsioni sull'inflazione e soprattutto il ministero di via Venti Settembre nasconde l'arrivo di manovre finanziarie dell'ordine dei 35-40 miliardi per permettere all'Italia di rimanere in Europa secondo il nuovo Patto di stabilità, che include il debito nei parametri».

«Ma il trucco del ministro - attacca il sindacato guidato da Susanna Camusso - è evidente: Tremonti tranquillizza perchè vuole scaricare tutto il peso della manovra sulla prossima legislatura. A fronte delle audizioni svolte al Parlamento sul Documento di economia e finanza (Def), il ministro ha infatti sottolineato che 'la correzione dei conti pubblici sarà dello 0,5% per due anni, nel biennio 2013-2014', precisando che tutto dipenderà dall'andamento dell'economia. Vale a dire 'speriamo che non piova».

«È evidente - sottolinea la Cgil - che così il governo nasconde i conti veri. Tremonti parla d'altro e non risponde all'accusa, proveniente da più parti, di non fare nulla per la crescita, scegliendo deliberatamente di rimandare gli interventi correttivi al 2013-2014. Non si capisce se questa scelta sia più il portato di un cinico opportunismo di chi scarica ad altri la responsabilità della correzione - attacca il sindacato - o il disagio manifesto di una maggioranza che rappresenta la sua incapacità di operare politiche che dovrebbero ribaltare le logiche di propaganda e galleggiamento». «Secondo molti autorevoli osservatori economici - spiega Corso Italia - sarebbe necessaria un'azione di consolidamento che dovrebbe comportare, già quest'anno, un aggiustamento intorno ai 3-4 miliardi. Così come sarebbe assolutamente autolesionistico concentrare, con un impatto assai rilevante (almeno 35-40 miliardi) la correzione nel 2013-2014, anni in cui si prevede possa realizzarsi un aggancio con una dinamica di crescita leggermente più forte, con il rischio di contrastarla con provvedimenti oggettivamente recessivi». Sul debito italiano «incombe fin da ora il nuovo Patto di stabilità, che rischia di costare all'Italia una pesante manovra finanziaria ogni anno per 20 anni: rispetto al Patto precedente, accanto alla soglia del deficit (3% del Pil) il Consiglio europeo sta per approvare l'introduzione di un ulteriore criterio vincolante per il debito pubblico, che dovrà convergere (a partire presumibilmente dal 2015) al di sotto del 60% del Pil». La proposta «impone ai paesi che oltrepassano il limite del debito di ridurlo ogni anno di un ventesimo dalla distanza che li separa all'obiettivo».

In base alle «previsioni più accreditate - conclude la Cgil - il Pil nel 2014 sarà pari a circa 1.800 miliardi: se il debito dovesse attestarsi tra il 115% e il 120% come ora, per arrivare alla soglia del 60% bisognerebbe ridurre il peso sul Pil di un altrettanto 60% che, con un ritmo di un ventesimo l'anno, a prezzi costanti significa oltre 40 miliardi ogni anno».