23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Evitare un nuovo scacco all’agroalimentare «made in Italy»

Parmalat, CIA: il Governo deve intervenire

Il presidente della Cia Giuseppe Politi: poco è servito l’altolà del ministro Giulio Tremonti. Il colosso francese Lactalis ha ormai i numeri per acquisire la maggioranza del gruppo di Collecchio

ROMA - «Adesso occorre fare massima chiarezza. Il governo deve intervenire prontamente. I nostri produttori di latte devono avere le opportune certezze. Non solo. L’agroalimentare italiano è strategico e deve essere tutelato. Non si può continuare ad assistere passivamente all’assalto dello straniero che in questo importante settore è diventato un indisturbato conquistatore. Le vicende di questi ultimi anni lo confermano in modo chiaro». E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alla notizia del passaggio della Parmalat sotto il controllo di Lactalis, dopo l’accordo per la cessione delle quote tra i fondi esteri e il colosso francese, che detiene ora una partecipazione potenziale del 29 per cento del gruppo di Collecchio.

«Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva ventilato l’ipotesi di una legge per vietare investimenti stranieri se non portano beneficio al Paese. Non vogliamo essere tacciati per nazionalisti o per protezionisti, ma -ha aggiunto Politi- non si può permettere che il ‘made in Italy’ agroalimentare finisca totalmente in mani estere. Bisogna porre un freno. Ci vogliono regole chiare. Ecco perché insistiamo sull’esigenza di un serio e concreto intervento che impedisca scalate attraverso le quali si rischia di mettere sotto controllo un settore fondamentale per il nostro sistema economico, che determina una spesa complessiva che supera i 210 miliardi di euro e con un export che si avvicina ai 30 miliardi di euro».

Quanto sta accadendo alla Parmalat deve far riflettere. La Lactalis, presente in Italia con i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori, Locatelli e Vallelata, ha ora i numeri per conquistare la maggioranza nel Consiglio di amministrazione del gruppo di Collecchio. E questo dimostra che l’altolà del ministro Tremonti è caduto nel vuoto. Il colosso francese non lo ha tenuto nella minima considerazione. In questi casi -ha rimarcato il presidente della Cia- le parole servono a poco. Occorrono subiti fatti concreti. Ecco perché occorre intervenire subito. E crediamo che questo sia un caso da Antitrust».

«E’ indispensabile che si trovino subito formule giuridiche della stessa stregua, ad esempio, di quelle utilizzate proprio dalla Francia per bloccare le operazioni non gradite su società. Il governo deve proteggere Parmalat da scalate ostili proprio per il peso che l'azienda ha nella filiera lattiero casearia italiana. Altrimenti saremo costretti a subire un nuovo scacco da parte di Parigi, che ormai continua a fare il bello e cattivo tempo e non solo nell’agroalimentare. Vedi quanto sta accadendo con la vicenda Libia».
«Ci auguriamo che vi sia ancora tempo per rimediare prima che i giochi divengano definitivi. Dobbiamo evitare che -ha rilevato Politi- una posizione dominante del colosso transalpino nel settore lattiero-caseario finisca con avere pesanti condizionamenti sulla produzione di latte italiano, danneggiando i nostri allevatori che già vivono una situazione difficile, con prezzi non certo remunerativi e con costi in continua crescita».