Veronesi: Serve una pausa di riflessione profonda
Il Professore a capo dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia: «Perché i sistemi di sicurezza non sono stati attivati con efficacia?»
ROMA - «Le gravi vicende dei quattro reattori giapponesi impongono inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda». Lo afferma il professor Umberto Veronesi, a capo dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia, rispetto a quanto accaduto in Giappone dopo il sisma e lo tsunami della scorsa settimana.
«Le caratteristiche di eccezionalità degli eventi giapponesi, dove al terremoto si è associato lo tsunami e poi l'incidente atomico, ha risvegliato in tutti noi paure ataviche e visioni apocalittiche - spiega Veronesi -, oltre che dolore e solidarietà sincera per la gente e per gli eroi, tecnici e scienziati , che tentano in ogni modo di salvarla». Veronesi aggiunge «rimango convinto che il mondo non può fare a meno del nucleare per sopravvivere, tenendo conto che petrolio, carbone e gas hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi Paesi, che stiamo avvicinandoci ai 7 miliardi sul pianeta con bisogni sempre maggiori di energia, e che le altre fonti di energia non sono attualmente sfruttabili in modo tale da assicurare la copertura del fabbisogno».
E «tuttavia non posso evitare di pormi degli interrogativi. A cominciare dai sistemi di sicurezza delle centrali di Fukushima: perché non sono stati in grado di essere attivati con efficacia? Dobbiamo concludere che erano insufficienti? Mi domando poi se i modernissimi reattori di terza generazione avanzata di cui vorremmo dotarci avrebbero resistito a uno tsunami di quella portata, e se siamo sicuri che sia più opportuno e piu' sicuro avere pochi reattori di grande taglia, piuttosto che dotarci di una rete di minireattori. Per rispondere a questa e altre domande, vorrei personalmente approfondire e riesaminare i piani (che peraltro ho sempre ritenuto eccellenti) di sviluppo nucleare del nostro Paese, anzi dell'Europa. Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta».
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