25 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Coldiretti Toscana

Maremma: nasce la filiera del latte

In grado di seguire i processi di produzione dalla mungitura alla realizzazione del prodotto trasformato

GROSSETO - Una filiera del latte, integralmente gestita dai pastori, in grado di seguire i processi di produzione dalla mungitura alla realizzazione del prodotto trasformato. E' la soluzione che Coldiretti Grosseto intende mettere in campo «per porre fine - spiega il presidente, Francesco Viaggi - a speculazioni non giustificate da reali condizioni di mercato, e che gravano esclusivamente su produttori e consumatori». La tendenza a spingere verso il basso i prezzi del latte alla stalla, infatti, se consente a qualche cartello economico di incrementare i profitti nella commercializzazione del prodotto finito, grava pericolosamente sul mondo dell'agricoltura, non più in grado di sostenere gli oneri di produzione. Per non parlare del danno provocato ai consumatori, che si vedono proporre – sovente in modo poco trasparente - derivati del latte e latticini preparati con materie prime dalla provenienza incerta. Un fenomeno, in epoca di mozzarelle blu e uova alla diossina, che non può non preoccupare chi intende tutelare l'agricoltura tradizionale di qualità. «E' per questo - argomenta il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini - che, mentre ci accingiamo a raccogliere il successo, integralmente ascrivibile alla politica della nostra associazione, dell'introduzione per legge dell'etichettatura obbligatoria su tutti i prodotti di derivazione agricola, abbiamo immediatamente proposto al Consiglio del Consorzio Agrario della Maremma di sostenere l'iniziativa relativa alla filiera del latte, coerentemente con la propria attitudine ad accompagnare lo sviluppo dell'agricoltura del territorio. Penso alla partecipazione di quest'ultimo per la realizzazione del mattatoio, all'impegno con Consorzi Agrari d'Italia per l'accordo di filiera con Barilla, e alla collaborazione alla gestione del pastificio Ghigi».

L'ottimismo manifestato dei vertici di Coldiretti sulla nascita di una filiera del latte maremmano «autogestito» si basa su poche ma inequivocabili considerazioni. In primis l'andamento del mercato, che mostra la tendenza all'aumento dei prezzi dei prodotti di qualità derivati dal latte; poi la constatazione del fatto che nel panorama regionale la Maremma produce la gran parte del latte ovino, offrendo le condizioni per la realizzazione di un vero
e proprio «distretto» di settore. Da ultimo la buona volontà di un gruppo di produttori, che non volendo arrendersi agli speculatori si sono riuniti in cooperativa per dare vita al progetto della «filiera corta del latte ovino maremmano». «Anche l'atteggiamento delle istituzioni locali ci conforta nel perseguire il progetto - argomenta il presidente Viaggi -. Coldiretti a Grosseto si giova costantemente dell'atteggiamento costruttivo dell'assessore provinciale, Rossi, e le risorse messe a disposizione dall'assessore regionale, Salvatori, grazie allo strumento dei Pif (piani integrati di filiera N.d.r.) si attagliano perfettamente alla realizzazione di una struttura di trasformazione e commercializzazione».
Questi sono gli elementi principali che spingono Coldiretti a lanciare seriamente il progetto della realizzazione di una nuova cooperativa di trasformazione del latte. «Coldiretti - conclude il suo presidente provinciale, Viaggi - crede nel mondo della cooperazione e la dimostrazione palese è che nel nostro territorio nei settori chiave dell'agricoltura le strutture che riescono a dare maggiore redditività alle imprese agricole, sono proprio delle cooperative. L'Olma per l'olio, la Cantina di Scansano per il vino, la Latteria Latte Maremma per il latte bovino e la Cooperativa di Manciano per i formaggi». Questa è la soluzione per l'agricoltura di qualità: fare in modo che i produttori riprendano in mano l'economico.