11 dicembre 2024
Aggiornato 17:30
In difficoltà le imprese agricole

Il “caro-gasolio” mette a rischio migliaia di serre

Allarme Cia: il prezzo record del petrolio fa impennare il carburante agricolo. In poco meno di sei mesi aumenti del 25 per cento

ROMA - Il «caro-gasolio», alimentato dal prezzo record del petrolio (ormai vicino ai 100 dollari al barile) sta mettendo in gravissima difficoltà anche l’agricoltura. In particolare, sono molto pesanti gli effetti per le serre che, alle prese con oneri sempre più gravosi, rischiano un drammatico tracollo. Il carburante, soprattutto dopo l’abolizione, nel novembre 2009, dell’«accisa zero», ha subito una vera e propria impennata (più 25 per cento in poco meno di sei mesi). Non solo. A rendere più difficile lo scenario per il nostro mondo agricolo gli alti costi produttivi, contributivi e burocratici. A lanciare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che denuncia un profondo stato di incertezza e di forte preoccupazione tra i produttori, specialmente quelli serricoli, che vivono una fase molto critica.

Siamo in presenza di una situazione esplosiva per il settore. Molte aziende floricole e orticole corrono il pericolo di chiudere definitivamente i battenti. L’arrivo del freddo, oltretutto, ha fatto crescere il ricorso al riscaldamento delle strutture serricole e ciò sta determinando un incremento di consumi di carburante, con il relativo aggravio nella gestione delle aziende.
Per questa ragione, la Cia ribadisce l’esigenza non solo della reintroduzione ma anche dell’estensione del «bonus» gasolio per tutte le imprese agricole, in considerazione dei gravosi oneri produttivi e contributivi che sono costrette a sostenere. Ecco perché è fondamentale che un provvedimento «ad hoc» venga previsto del decreto «Milleproroghe» che ha iniziato il suo iter parlamentare. Come, del resto, è stato fatto nei confronti dei benzinai.

L’importante, comunque, è che si proceda con un intervento che sia compatibile con le norme Ue, evitando così un’ulteriore querelle come quella che, sotto la spinta della Commissione europea, ha provocato l’abolizione dell’agevolazione. Una misura, quindi, che sia in grado di garantire un futuro alle aziende italiane che operano nell’orto-florovivaismo e non solo.
D’altra parte, l’agevolazione -ricorda la Cia- fu introdotta per contenere i pesanti effetti del «caro-gasolio», le cui quotazioni stanno attualmente registrando una nuova impennata e vanno ad incidere sulla gestione delle serre e delle altre imprese agricole.