24 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Polemiche dopo l'accordo di Mirafiori

Bonanni: sì a nuove regole sulla rappresentanza

Il leader della CISL: «Spero in un ricongiungimento con la Cgil ma con regole condivise. Accordo con Fiat? Da anni nessuno investe un euro in Italia»

MILANO - «Camusso mi chiede come si concilia il pluralismo sindacale con l'accordo di Mirafiori? Io dico che il pluralismo, fondamento della nostra tradizione sindacale, è fecondo se non è una Babele. Se si fonda sulla regola che, una volta discusso, accertata un'opinione di maggioranza, anche chi dissente a quel punto la sostiene e la riconosce». E' quanto sostiene il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a La Stampa che si conclude con l'auspicio di una distensione con la Cgil: «Io spero in un ricongiungimento con la Cgil. Ma con regole rispettate da tutti».

Bonanni nell'intervista ricorda che la Cisl, quando si è trovata in minoranza, si è sempre comportata di conseguenza, mentre solo la Fiom non rispetta il consenso della maggioranza. «A Pomigliano hanno vinto i sì? Proteste e scioperi. Questa è Babele; il pluralismo è idee che si confrontano e si compongono nella ricerca di una maggioranza», afferma Bonanni. Quanto al tema della nuove regole per stabilire chi sia maggioranza, il leader dell Cisl ritiene «ragionevole arrivare a regole sulla rappresentanza, che per me sono già pronte: quelle contenute nel documento unitario del 2008 di Cgil-Cisl-Uil». Su questa base, Bonanni sostiene la massima disponibilità del suo sindacato a fare un accordo con Confindustria e gli altri sindacati, come chiede la leader della Cgil Susanna Camusso.

Tornando all'accordo per Mirafiori e alla possibilità che altre aziende intendano chiedere di investire ma con le regole di Marchionne e senza contratto nazionale, Bonanni sottolinea che «da anni nessuno investe un euro in Italia» e che «non è poca cosa che la Fiat voglia investire in Italia. Non è poca cosa attirare investimenti di altri soggetti. Non è poca cosa porsi il problema di non creare ostacoli all'investitore, e rimuovere quelle condizioni di contesto che frenano. Se qualcuno mi chiede certe garanzie per investire, io dico: discutiamo».