Fincantieri: 2.500 esuberi in Italia
Repubblica anticipa il piano di ristrutturazione con «cura dimagrante» del gruppo. Sindacati: «Subito spiegazioni»
ROMA - E' in via di definizione il piano industriale 2010-2014 di Fincantieri che riscrive completamente il futuro del colosso mondiale della cantieristica, numero uno al mondo nella produzione di navi da crociera, alle prese con la vertiginosa caduta degli ordini. Secondo la bozza del progetto, anticipata da Repubblica, la cura dimagrante prevede una riduzione degli organici dei cantieri italiani di 2.450 unità, 1.770 nella divisione mercantile e nelle riparazioni navali, 550 nel militare, nei megayacht e nei sistemi e componenti, 120 nella Corporate. Andrà invece progressivamente ad aumentare il peso dei cantieri americani, che da qui a 5 anni cresceranno di 900 unità.
L'ALLARME DEI SINDACATI - Il piano non dovrebbe prevedere il ricorso a soluzioni traumatiche, cercando di gestire il tutto attraverso gli ammortizzatori sociali. Tuttavia, cresce l'allarme nei sindacati. «Irrituale e gravissimo il metodo per comunicare il piano di ristrutturazione da parte di Fincantieri. Nel merito - afferma Emilio Lonati della Fim-Cisl nazionale - se confermate, le scelte di Fincantieri confliggerebbero con gli impegni assunti recentemente dal gruppo. Esigiamo spiegazioni immediate da Fincantieri e governo».
BRANCATO - Sono 680 i lavoratori nel cantiere Fincantieri di Castellammare di Stabia più oltre mille metalmeccanici dell'indotto. «Nonostante in questo periodo si stia lavorando - ha spiegato Brancato - ci sono sempre operai in cassa integrazione perché si lavora in turni di cento. Inoltre - ha detto ancora - a giugno scadrà anche la cassa integrazione straordinaria. Gli operai sono soprattutto padri di famiglia e la situazione per loro è davvero drammatica». Brancato ha confermato la partecipazione di sindacati e lavoratori alle prossime mobilitazioni nazionali anche se non esclude nuovi presidi territoriali. «Le risposte per Fincantieri non possono essere prese a livello locale, il problema è nazionale e proprio per questo motivo deve essere discusso in sede governativa. Ci aspettiamo risposte concrete altrimenti le mobilitazioni non finiranno».
CREMASCHI - «Le indiscrezioni giornalistiche che oggi presentano un piano Fincantieri che porterebbe rapidamente alla chiusura totale dei due cantieri navali, quello di Riva Trigoso in Liguria e quello di Castellamare di Stabbia in Campania, sono un annuncio gravissimo», afferma Giorgio Cremaschi della Fiom, secondo il quale «trovano così conferma tutte le nostre ragioni e preoccupazioni». «La crisi della cantieristica - prosegue - è drammatica e si rischiano migliaia di posti di lavoro. A Castellamare, dopo le cariche della polizia, questo è un ulteriore segnale di un dramma sociale senza precedenti. A questo punto tutte le responsabilità sono del governo e dell'azienda. Chiediamo immediatamente di essere convocati dall'azienda e a palazzo Chigi dal governo per fermare la distruzione della cantieristica navale in Italia, altrimenti sarà un conflitto sociale senza precedenti».
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