29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Il Ministero della Giustizia scrive al Colap

Qualifiche professionali: sei associazioni del Colap pronte per il Decreto

Lupoi: «Finalmente si comincia a vedere la conclusione di questa storia infinita»

ROMA - Solo associazioni del CoLAP (sei per la precisione) hanno concluso l’istruttoria ai sensi del dlgs 206/2007 e sono state poste all’attenzione del Ministro di Giustizia per la firma e l’emanazione dei decreti. Lo comunica il Magistrato Triscari del dipartimento per gli Affari di Giustizia del Ministero della Giustizia al quale vanno la nostra stima e i nostri ringraziamenti.

«Finalmente si comincia a vedere la conclusione di questa storia infinita – afferma Giuseppe Lupoi, Presidente Colap – e la notizia ci rende pienamente soddisfatti. L’accurato lavoro svolto dal coordinamento, la certezza di rappresentare Associazioni di qualità e la pazienza avuta in questi 3 anni ci hanno premiato. Ora manca solo l’ultimo atto formale: la firma del Ministro Alfano, di concerto con il Ministro delle Politiche Comunitarie, sui primi decreti di individuazione delle associazioni del Colap».

Il Ministero ha inoltre informato il CoLAP che relativamente al conflitto tra direttiva qualifiche e direttiva servizi sulla definizione di professione regolamentata ha chiesto parere all’ufficio legislativo dello stesso Ministero.

«Il fatto – dichiara Lupoi – non ci preoccupa. Il decreto che recepisce la «direttiva servizi» contiene al proprio interno la c.d clausola di specialità (vedasi art. 9, D.Lgs 59/2010), con la quale si esclude l’applicazione delle norme che contrastano con quanto previsto dalla direttiva qualifiche e dal suo decreto di recepimento (vale a dire il D.Lgs. 206/2007). Peraltro siamo convinti che l’Ufficio Legislativo non potrà non chiarire (come ha già fatto la conferenza dei servizi di Aprile) la questione, ponendo fine al tentativo messo in campo dagli ordini professionali di considerare riservate tutte le attività «tipiche», riducendo il mercato professionale ad un oligopolio e tagliando fuori i professionisti associativi e stravolgendo il senso e gli obiettivi di tutte le direttive europee, tese ad implementare e facilitare la libera circolazione dei professionisti».