23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Riforma Pac post 2013

L’accordo franco-tedesco impone chiara posizione da parte dell’Italia

Il presidente della Cia Giuseppe Politi rinnova la richiesta per una nostra precisa strategia su argomento vitale per l’agricoltura italiana

ROMA - «Dopo l’accordo franco-tedesco sulla Pac post 2013 diventa ancora più urgente una posizione chiara e ferma da parte dell’Italia sul futuro dell’agricoltura europea e, quindi, italiana. Ad oggi, purtroppo, notiamo una totale assenza di una strategia nazionale su questo fondamentale argomento». A sostenerlo è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi per il quale bisogna accelerare il confronto e fare in modo che anche il nostro Paese delinei al più presto una strategia forte ed univoca da contrapporre nel negoziato all’interno dell’Unione europea.

«Bisogna evitare che il documento sottoscritto da Parigi e Berlino -ha aggiunto Politi- prevalga su tutti. Anche noi dobbiamo far sentire la nostra voce. Per questo è necessario che, fin dai prossimi appuntamenti europei, l’Italia arrivi preparata e sappia far valere gli interessi delle nostre imprese che oggi sono in grande difficoltà».

«Ormai, come ha annunciato il commissario Ciolos, mancano poco meno di due mesi alla presentazione ufficiale delle proposte della Commissione europea. Dobbiamo, quindi, accelerare i tempi. Come rappresentanza agricola -ha rilevato il presidente della Cia- ci stiamo già muovendo in maniera concreta. Insieme a Confagricoltura e Copagri abbiamo concordato un apposito documento che illustreremo nel corso della nostra quarta Conferenza economica in programma a Lecce il 7 e l’8 ottobre prossimi».

«Comunque, per noi, la futura politica agricola comune -ha rimarcato Politi- dovrà porre al centro l’agricoltura e le imprese. Dovrà avere tra i suoi obiettivi l’efficienza del mercato, il rafforzamento delle organizzazioni di produttori, la diffusione dell’economia contrattuale, validi strumenti (assicurazioni e fondi di mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato. Non solo. Il sostegno pubblico dovrà essere destinato agli agricoltori professionali ed alle aziende che operano nel mercato dei prodotti e del lavoro. Vogliamo sostenere gli imprenditori agricoli, non i percettori di rendite fondiarie e parassitarie».