29 novembre 2023
Aggiornato 22:30
Fare «gioco di squadra» per tutelare le imprese

Agricoltura: sulla nuova Pac la Cia chiama all’appello il governo

Il presidente della Confederazione Giuseppe Politi, intervenendo in un convegno a Trento, sottolinea l’esigenza di una posizione coesa e autorevole nel negoziato a Bruxelles. Bene l’impegno del ministro Catania

ROMA - «Nel confronto sulla Pac post 2013 non si può andare in ordine sparso. Occorre un efficace ‘gioco di squadra’. Il mondo agricolo e cooperativo del nostro Paese ha trovato una linea comune, evidenziata da un documento unitario. Apprezziamo quanto affermato nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche agricole alimentari Mario Catania che, dopo l’incontro con il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, ha sottolineato che l’Italia si muove in modo coordinato a Bruxelles, trovando le giuste alleanze in una dinamica di co-decisone. Ora, però, attendiamo che su questa delicata materia si pronunci in modo preciso l’intero governo. Al premier Mario Monti rinnoviamo, quindi, la richiesta di una posizione coesa, forte e autorevole al tavolo delle trattative europee». Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, intervenendo oggi a Trento in un incontro promosso dall’Organizzazione regionale del Trentino.

«Nel recente incontro che la Cia ha avuto con il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos, il quale, peraltro, ha assicurato la sua presenza alla prossima Conferenza economica di Lecce, abbiamo esposto -ha detto Politi- le nostre indicazioni per correggere una proposta, quella dell’esecutivo comunitario, che non risponde affatto alle esigenze degli agricoltori. Per noi la futura politica agricola comune deve porre al centro l’agricoltura e le imprese agricole. Le risorse, sempre meno consistenti, devono essere destinate agli agricoltori professionali e alle aziende che operano nel mercato dei prodotti e del lavoro. L’obiettivo primario è quello di sostenere gli imprenditori agricoli, non i percettori di rendite fondiarie e parassitarie».

«Per questo motivo -ha aggiunto il presidente della Cia- dobbiamo batterci con grande fermezza per tutelare il reddito e il lavoro dei veri agricoltori, di chi vive di agricoltura. Bisogna sviluppare un impegno determinato a favore dell’imprenditore che, altrimenti, rischia di operare nella perenne difficoltà e nella completa incertezza».
«Da qui il nostro appello affinché -ha rimarcato Politi- si costruisca una vera posizione comune. Fare ‘gioco di squadra’ significa coagulare le forze non solo a livello nazionale. Oltre a governo, regioni e tutte le componenti della filiera agroalimentare, è fondamentale saldare l’azione con il presidente De Castro, che in più occasioni si è espresso per una riforma equilibrata ed efficiente, in grado di venire incontro alle esigenze degli imprenditori agricoli. D’altronde, la partita in palio non è certo marginale: il futuro di centinaia di migliaia di imprese che rappresentano un patrimonio inestimabile per l’apparato economico, per l’intera società italiana.

«La nuova Pac -ha rilevato il presidente della Cia- deve avere precisi obiettivi: l’efficienza del mercato; il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione dell’economia contrattuale; misure per favorire il ricambio generazionale, il sostegno degli strumenti (assicurazioni e fondi di mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato».
«Come Cia siamo pronti a sviluppare tutte le iniziative possibili a tutela degli agricoltori. Non ci tireremo indietro. Porteremo avanti -ha concluso Politi- una strategia chiara e ferma per evitare che dalla Pac 2014-2020 escano misure penalizzanti per chi lavora nelle campagne, per chi è già costretto a muoversi tra mille ostacoli, tra costi eccessivi e soprattutto in mancanza di una reale ed efficace politica agricola nazionale».