19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Bankitalia: +20,8% debiti famiglie

Codacons: le famiglie sono al collasso

«Mutui: il Governo vara regolamento beffa»

ROMA - Si impennano i debiti delle famiglie italiane. Secondo Bankitalia, tra luglio 2009 e luglio 2010 sono infatti cresciuti del 20,8%. In particolare si registra un picco per i prestiti legati all’acquisto dell’abitazione.
Per il Codacons il fatto che le famiglie abbiano aumentato i debiti di oltre il 20% in un solo anno è la prova del nove che sono al collasso. Ormai arrivare alla fine del mese senza indebitarsi è un privilegio che pochi possono permettersi. Solo chi aveva dei risparmi da parte ha potuto, intaccando questa riserva, mantenere lo stesso tenore di vita senza indebitarsi.

I dati resi noti oggi, inoltre, sono l’ennesima dimostrazione che il Governo non ha fatto nulla per aiutare le famiglie. Anche l’aumento dell’indebitamento per l’acquisto della prima casa dimostra che il ministro Tremonti finora ha preferito aiutare le banche piuttosto che i loro clienti.
Un esempio è il regolamento del Fondo di solidarietà per i mutui entrato in vigore il 2 settembre. Non solo è scandaloso che sia entrato in vigore dopo due anni e otto mesi dalla legge che lo ha previsto (Legge n. 244 del 24 dicembre 2007), a dimostrazione della scarsa attenzione del Governo per le famiglie che non ce la fanno più a pagare le rate, ma le condizioni richieste per accedere ai benefici sono troppo limitative, talvolta una beffa. Non solo perché il mutuo deve essere di importo non superiore a 250 mila euro, cosa che esclude chi acquista in grandi città come Roma e Milano, o l’ISEE deve essere non superiore a 30 mila euro, ma perché non basta, come stabiliva la legge, poter dimostrare «di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate» ma occorrono condizioni ben precise e troppo circoscritte come la perdita del posto di lavoro dipendente, morte di un componente il nucleo familiare, pagamento di spese mediche per più di 5000 euro. Insomma poco di più, e talvolta addirittura di meno, rispetto al già insufficiente accordo con l’Abi. Suona addirittura come una beffa la condizione di aver avuto un aumento di rata mensile di almeno il 20%, a fronte di tassi variabili bassi come in questo momento.