Il caro carni investe il mese di celebrazioni islamiche
Financial Times: «In Medio Oriente prezzi balzati di un terzo, ai massimi da anni»
LONDRA - Pesanti rincari quest'anno accompagnano le celebrazioni del mese di Ramadan, in particolare sui prezzi delle carni rosse nei paesi del Medio Oriente: proprio in un periodo in cui tradizionalmente la sera, dopo il tramonto e terminato il digiuno prescritto sulle ore diurne le famiglie musulmane offrono banchetti a base di carne. Lo riporta in prima pagina il Financial Times, che anche partendo da questi episodi richiama alcuni allarmi su un possibile ripetersi della crisi mondiale sui prezzi alimentari che si produsse tra 2007 e 2008. Il tutto dopo che nelle passate settimane il problema dei prezzi alimentari era emerso a causa dei forti rincari su grano e cereali, legati alle carenze produttive in Russia, area del mar Nero e Canada, e che indirettamente possono ripercuotersi anche sull'allevamento con rincari sui mangimi.
Solitamente durante il Ramandan i prezzi delle carni aumentano, rileva il quotidiano Gb, ma stavolta gli incrementi sono stati ancora più consistenti e accompagnati da carenze di approvvigionamenti. Peraltro i musulmani non consumano qualunque tipo di carne, quella di maiale è al bando mentre le più utilizzate sono agnello, manzo e montone, carni rosse in molti casi di importazione dall'Australia o dalla Nuova Zelanda. Quest'anno sono arrivate meno forniture e durante l'estate i prezzi sono aumentati «di circa un terzo» ora sui mercati dei paesi musulmani, tra i più grandi al mondo sulle carni e «sono ai massimi da decenni», dice l'Ft.
In Mozambico la situazione è perfino degenerata in una rivolta la scorsa settimana, che ha causato 10 morti. Intanto nell'area mediorientale circolano timori di inflazione, una questione che può innescare conflitti sociali. In Egitto il tasso di crescita dei prezzi alimentari al consumo su base annua ha raggiunto il 18,5 per cento. E in un editoriale il quotidiano invita a non liquidare con leggerezza i rischi di una nuova crisi alimentare globale, pur ricordando che nella situazione complessiva attuale non bisogna nemmeno esagerare nel fare parallelismi con quanto che si produsse nel 2007-2008, in cui i prezzi erano a livelli ben più elevati.