20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Economia

I dossier sul tavolo di Tremonti

Archiviata la manovra biennale da 25 miliardi, in agenda dall'ex Dpef, il nodo nomine e il federalismo. Pesa l'incognita della situazione politica

ROMA - Conclusa la pausa estiva e archiviata la manovra biennale da 25 miliardi di euro il ministero dell'Economia con il suo titolare Giulio Tremonti si rimette al lavoro per la messa a punto dei due più urgenti adempimenti previsti dalla nuova legge di contabilità, il Dfp cioè l'ex Dpef e la nuova legge di Stabilità che ha mandato in soffitta la vecchia Finanziaria. Sul tavolo del responsabile di via Venti Settembre anche altri importanti dossier: dal federalismo fiscale alla delicata partita delle nomine, dal fisco alla questione meridionale. Molti anche i nodi della manovra rimasti irrisolti, come i tagli alle Regioni, le quote latte e i pedaggi autostradali. Ma sull'agenda economica del governo per l'autunno pesa l'incognita della situazione politica che potrebbe bloccare o rallentare gli interventi.

DFP (EX DPEF): con la riforma della legge di contabilità, l'ex Dpef - il documento di programmazione economica e finanziaria con le linee programmatiche della politica economica del governo e il quadro delle stime macroeconomiche - diventa Dfp (decisione di finanza pubblica). Non si dovrà più presentare a luglio, ma entro il 20 settembre. C'è attesa per le nuove previsioni che dovrebbero tenere conto degli effetti dell'ultima manovra economica costruita per centrare gli obiettivi, concordati con la Ue, di un deficit al 3,9% nel 2011 e del 2,7% nel 2012 dal 5% di quest'anno. Per quanto riguarda la crescita, si capirà se l'esecutivo stima una ripresa all'orizzonte. Le ultime previsioni della Relazione unificata di maggio indicavano una crescita del Pil per il 2010 all'1%, all'1,5% per il 2011 e al 2% per il 2012.

LEGGE DI STABILITA': addio alla vecchia Finanziaria che diventa legge di Stabilità che dovrà essere presentata entro il 15 ottobre. Il provvedimento, secondo quanto disposto dalla riforma della legge di contabilità, sarà soltanto tabellare e non conterrà riforme o misure per lo sviluppo. Queste norme vengono rinviate ai provvedimenti collegati che dovranno arrivare entro febbraio. Nelle intenzioni del ministro Tremonti tale impostazione servirà a stoppare gli appetiti dei parlamentari ed evitare gli assalti alla diligenza.

NOMINE: alla ripresa dei lavori il governo non potrà più tergiversare su alcune nomine rimaste vacanti da mesi, a partire da quella del ministro dello Sviluppo economico dopo le dimissioni di Claudio Scajola lo scorso 4 maggio e il successore di Lamberto Cardia alla guida della Consob. A capo del dicastero di via Veneto veniva ormai data per scontata la nomina di Paolo Romani, poi stoppata dopo lo scontro tra il premier, Silvio Berlusconi e il presidente della Camera, Gianfranco Fini. In pole position per il vertice della Consob, invece, c'è da settimane l'attuale presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà. Anche la sua nomina tuttavia non è ancora arrivata pur sembrando in più casi imminente.

FEDERALISMO: a settembre si dovrebbe ripartire con la messa a punto dei decreti attuativi della legge delega che ancora mancano. Per Tremonti il federalismo fiscale resta la riforma delle riforme, ma i problemi all'interno della maggioranza potrebbero mettere a rischio la realizzazione del progetto federalista. Dopo il decreto sull'imposizione comunale si attende il vero 'pilastro' della riforma, quello dei costi standard per le Regioni. Ma il confronto con i governatori è ancora aperto.

FISCO: a rilanciare l'intenzione di mettere finalmente mano alla riforma fiscale è stato lo stesso ministro dell'Economia che ha annunciato l'intenzione del governo di riaprire il cantiere delle riforme, a partire proprio dal Fisco. Il progetto dovrebbe prevedere una drastica semplificazione di regimi e aliquote con interventi a favore delle famiglie. Il ministro ha poi parlato di misure per il lavoro e la ricerca.

SUD: cento miliardi per il Sud. Dovrebbe essere questa, secondo quanto riferito dal ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, la dote finanziaria dell'atteso piano per il rilancio del Mezzogiorno che il governo intende far partire dall'autunno. Le risorse arrivano dai fondi Fas e dai fondi comunitari. Sui fondi nazionali ed europei dovrebbe partire una ricognizione per verificare l'ammontare delle risorse disponibili.

PIANO RICERCA: si lavora per la messa a punto del piano nazionale della ricerca 2010-2012. Le risorse preventivate dai tecnici della Gelmini ammontano a 15,7 miliardi, ma sarà il Tesoro a stabilire l'entità definitiva del piano.

NODI IRRISOLTI: molte le questioni della manovra biennale rimaste in sospeso. Tra le principali grane per l'esecutivo, quella della bocciatura da parte del Tar e del Consiglio di Stato dei pedaggi autostradali, i tagli alle Regioni contro i quali i governatori hanno duramente protestato e l'annosa vicenda delle quote-latte su cui pesa il rischio dell'apertura di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles.